“Nell’incendio e oltre”. A Verona la poesia tra ebbrezza e sensualità
Sabato 8 aprile dalle 21:30 presso la Loggia di Fra’ Giocondo a Verona, in occasione della famosa fiera Vinitaly, si terrà Nell’incendio e oltre, reading poetico di Daniel Cundari, poeta, narratore e performer plurilingue animato da un forte vitalismo, che portato la lingua della sua terra in giro per il mondo: dalla Spagna alla Slovacchia, dalla Germania alla Cina.
L’evento è organizzato dall’Accademia Mondiale della Poesia in collaborazione con la Regione Calabria.
Cundari, partendo da alcuni suoi versi -Inferno o Paradiso? / Poco mi importa. / Scelgo te – proporrà un viaggio armonico tra poesia e vino, interpretando i celebri versi di alcuni autori, da Catullo a Pessoa, da Dante a Majakovskij, ad accompagnarlo il contrabbasso di Sasà Calabrese.
Presenterà l’evento Alfonso de Filippis, attore e regista.
Agli ospiti partecipanti sarà servito un assaggio di vini della selezione Enoteca della Calabria.
È possibile prenotarsi all’evento direttamente qui oppure inviando una mail a info@accademiamondialepoesia.com.
Abbiamo fatto alcune domande a Daniel Cundari, il quale ci ha gentilmente risposto.
“Nell’incendio e oltre” è il titolo del tuo libro e anche dell’evento. Spiegacene un po’ la genesi.
“Nell’incendio e oltre” ripercorre il solco del mio precedente libro, “Poesie contro me stesso”. È uno scavo nel quotidiano, spesso stravolto dalle emozioni della vita e dalla malattia. Non a caso è dedicato a un caro amico affetto da Sla. Il libro, in dialetto con testo a fronte, contiene un’applicazione Qr code, tramite la quale il lettore può ascoltare le poesie da me recitate in lingua originale con le musiche di Sasá Calabrese.
Come si svolgerà la serata?
Proporrò un ideale viaggio nel mondo della letteratura e del vino, interpretando brani di celebri autori: da Catullo a Pessoa, da Dante a Majakovskij. La serata si susseguirà tra parole e musica dal vivo, anche grazie alla bravura di Sasà Calabrese che mi accompagnerà suonando il contrabbasso. Sarà un percorso intenso e appassionante, un progetto coraggioso in cui il ritmo dei versi e quello della musica si incastrano l’uno nell’altro convertendo la poesia in evento eccezionale riconsegnandola nello spazio segreto e intimo della dimensione scenica a un coinvolto pubblico di lettori ascoltatori.
Sei uno scrittore migrante, hai studiato all’estero, viaggi spesso. Cosa porti a casa dai tuoi viaggi?
Il viaggio è una costante dell’immaginario poetico che mi pervade, poiché ha condizionato la dimensione translingue della mia voce. Scrivo im diversi idiomi: nel dialetto dei nonni, nell’italiano delle madri e nello spagnolo dei figli. Anche l’esperienza cinese ha lasciato un segno nel mio linguaggio. Si evince da una metrica rigida e di grande impatto sentimentale.
Tornando all’evento, leggerai alcuni testi di alcuni grandi poeti come Catullo e Majakovskij. Quale loro poesia ti è più vicina?
Lo spettacolo veronese si basa sull’improvvisazione poetico-musicale di testi classici e poesie tratte dal “repentismo cutise”, nel rispetto del tema che ci è stato proposto, ovvero il vino in tutte le sue sfaccettature. Catullo per me è un faro, da sempre il poeta più attuale dell’umanità. In lui confluiscono tutte le tendenze, colte e popolari, che contraddistinguono il mio pensiero poetante.