Le nostre interviste,  Poesia di Strada

La quarta edizione del Festival Internazionale della Poesia di Strada

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Vernici, pennelli, muri e versi. Tutto pronto per il Festival Internazionale di Poesia di Strada che si terrà a Lecce dal 7 al 10 Settembre.
Poeti e artisti di strada saranno protagonisti indiscussi della rassegna giunta ormai alla quarta edizione. Milano, Genova e Roma sono ancora testimoni delle passate edizioni, muri e saracinesche, vie e quartieri parlano e brulicano di frasi e poesie.
La città pugliese sarà una grande tela che gli artisti riempiranno con le loro opere, un momento di confronto con l’obiettivo di dare una spinta artistica e poetica alla città. Così la poesia di strada dimostra ancora una volta di essere uno dei movimenti poetici più rilevanti degli ultimi anni. Ivan, Poeti della Sera, Gio Evan, Poesia D’Assalto – Lecce, Francesca Pels, Tempi diVersi, Mister Caos, Alfonso Pierro, MeP, Ste-Marta, Poesia Pop Corn, questi i nomi dei poeti partecipanti affiancati dai più importanti street artist del momento.
Abbiamo fatto alcune domande ad Ivan e a Davide del collettivo Poesia d’assalto – Lecce.

Anzitutto vi ringraziamo. Come nasce il vostro lavoro di poeta di strada? È in un certo modo ispirato ad Acción Poética?

Davide: La mia attività nella produzione e diffusione dei testi in strada nasce nel 2010,  dopo aver avuto occasione di conoscere Ivan Tresoldi, la sua energia e le sue parole hanno risvegliato in me la voglia di mettermi in gioco con lo spirito giusto per intraprendere questo percorso. Acción Poética, per quanto sia stata anch’essa fondamentale, è arrivata secondariamente , mi ha colpito incredibilmente l’imponenza della loro semplicità nelle pratiche di diffusione e le metodologie di “pubblicazione”.

Ivan: È un lavoro che ha scelto me. Essere poeti in Italia oggi è fuori . Io riesco poco ad essere poeta nel senso classico, ma noi poeti di strada abbiamo reinventato l’attività di produzione poetica dopo anni di sperimentazione e pratica. Non conoscevo Accion Poética, è un lavoro che ho conosciuto solo nel 2007 via internet, con cui mi sono relazionato. Il lavoro di Accion Poética ricalca solo in piccola parte il lavoro che faccio io; il loro modo di scrivere “scaglie” è molto simile a quello che faccio io, ma, ripeto, la “scaglia poetica” è solo uno dei fronti di quello che è “l’assalto poetico” in sé. Le fonti che mi hanno ispirato, invece, le vedo nelle tendenze dei movimenti sociali degli anni 2000, il bisogno di autoesprimersi e autorganizzarsi spostato poi su un livello poetico, poi ho avuto delle influenze da parte del writing degli anni 90, ma anche dal futurismo, insomma una direzione di pratiche più che una direzione di approfondimento e speculazione letteraria.

Quanto è importante portare un festival del genere in una città del sud?

Davide: È fondamentale riuscire a introdurre eventi come questo in contesti dove spesso non ne viene compreso il senso, questo perché è importante dare la possibilità di conoscere culture alternative, con i propri mezzi d’espressione e metodologie di sviluppo. Avere la possibilità di modificare, seppur in parte, l’aspetto di un quartiere “dimenticato” ne rinnova la vita, provare a dar luce in luoghi che dovrebbero essere a disposizione di chiunque, ma che spesso vengono trascurati sino ad appassire.

Ivan: È fondamentale per uscire dallo stereotipo del sud povero. Produrre in una città come Milano ha delle complessità maggiori in degli aspetti, ma ha anche delle risorse da cogliere che sono sicuramente più ampie. L’idea del festival Internazionale di poesia di strada è quella che sia un festival itinerante, quindi la scelta di Lecce non è stata una scelta dettata da portiamo a sud contenuti che se no non ci sarebbero, che poi la poesia nel sud è molto viva, con le zioni di poesia viva lecce e altri. Siamo partiti da Milano, la mia città, poi ci siamo spostati a Genova, città neutra ma che abbiamo scoperto avere una forte matrice poetica, poi a Roma perché il nucleo romano dei Poeti del Trullo e di Poesia Pop Corn hanno prodotto e spinto l’iniziativa, adesso ci spostiamo a Lecce, e credo che la prossima edizione sarà a Firenze, perché è lì che nasce il MeP, il Movimento per l’emancipazione della poesia. La poesia di strada è poesia di strada se sta in stada, non deve stare sui blog o sui libri, ma non perché rifiutiamo essi, ma proprio perché la poesia di strada si costruisce nel quotidiano, non è un movimento prima intellettuale e poi poetico ed un movimento d’azione in tutto e per tutto.

Qual è l’obiettivo del Festival?

Davide: L’obiettivo del Festival è anche quello di dar modo a piccole realtà di costruire azioni concrete facendo leva sulla forza di volontà e  sulla condivisione di valori che ha permesso, in questi anni, di creare una rete solida fra le varie realtà in Italia. A Lecce,  grazie al Festival della Poesia di Strada,  avremo modo di donare al quartiere qualcosa di nostro, puro, frutto di sudore e costanza, nonché opere d’arte urbana di valore inestimabile in quanto figlie di questo grande processo di condivisione!

Ivan: Il primo obiettivo non dichiarato è quello dell’aggregazione e coesione. Dopo le nostre singole esperienze, noi poeti abbiamo sentito il bisogno di concretizzare queste esperienze, di confrontarci. Ad esempio io ho sentito l’esigenza di fare dei gruppi, di conoscerci. Il primo scopo è quindi questo: ritrovarsi e capire cos’è la poesia di strada. Ma l’obiettivo principale è la promozione della poesia di strada stessa.

Cos’è per voi la strada?

Davide: Per me la strada è quella dimensione pubblica che consente di diffondere e far conoscere i miei contenuti. La strada, come la piazza e il parchetto sono luoghi dove far  nascere idee, processi sociali, dove si può intraprendere un percorso di comunicazione. La strada è il mezzo più veloce per  arrivare alle persone, un testo s’immerge nella quotidianità sino a diventare parte di essa ed infine svanire, chiudendo il ciclo… un testo può cancellarsi con il sole, può esser facilmente coperto da altro, il suo percorso non è infinito, un’azione efficace ma anche profondamente vulnerabile.

Ivan: È l’unità base, fondamentale della costruzione della società. La strada è un come luogo naturale e moderno; da quando i popoli si organizzano, si raccolgono intorno a una piazza e la piazza porta a molteplici strade. Anche l’etimologia stessa della parola, che presuppone la costruzione di qualcosa, della società in questo senso.

A Lecce sarete affiancate da un artista di strada? Chi è? Che rapporto avete?

Davide: Purtroppo non credo che avrò modo di partecipare alla realizzazione di un’opera, facendo parte dell’organizzazione del Festival ho la responsabilità di controllare e fare in modo che tutto prosegua per il verso giusto..
Piger, calligrafo e artista urbano di Milano, mi farà l’onore di utilizzare un mio testo per la realizzazione della sua opera . Con lui ho stretto una profonda amicizia nel corso di questi anni e abbiamo avuto modo di lavorare spesso insieme , so di affidare una parte di me ad una persona di cui mi fido ciecamente e non vedo l’ora di vederlo all’opera!

Ivan: A Lecce lavorerò con Cheko’s e Piger su una parete. Il primo è un autore con cui non ho mai lavorato e spero di fare un bel lavoro di scrittura. Piger è invece uno scrittore e calligrafo aggiunge quella qualità tipografica che io non ho. Lavoro da sempre con persone che mi danno una mano e rendono migliore e apprezzabile quello che faccio, visto che non sono un artista nel vero senso della parola, anche se l’arte pubblica è una cosa diversa dalla poesia di strada.

Quanto la poesia pesa nella società? Può essa modificarla?

Davide: Le parole creano cambiamento, sono veicolo di emozioni, pensieri, spesso universali. La poesia è riuscire a trovare un proprio ordine in parole che parlano all’Altro. Non pretendo che la poesia possa cambiare la società, ritengo però che possa essere un ottimo strumento d’inclusione, condivisione, e ,allo stesso tempo, di evasione dalla realtà, quando alcuni valori divengono socialmente riconosciuti possono fare la differenza.

Ivan: Io credo che le parole e la poesia siano il respiro della società. La poesia è uno strumento popolare e immediato di espressione del singolo o di un gruppo. Le poesie ha creato maremoti sociali enormi, dalla morte di Napoleone ai moti risorgimentali, senza contare la poesia di resistenza di autori sudamericani del dopoguerra. La poesia è una scintilla, ma devi essere pronto. L’Italia è il paese che produce più poesia, ma è anche il paese che la legge meno. La società non utilizza la poesia come dovrebbe, anche se essa è molto utile. Per adesso non è soltanto uno strumento in auge.

Essere poeti oggi è anacronistico?
Davide: Sono del parere che la poesia riesca a superare qualsiasi epoca e che si produrrà ottima poesia nell’incertezza del futuro,  tantissimi sono i testi che non conosceremo mai o che, fortunatamente, avremo modo d’incrociare nei nostri passi . In passato, come oggi, a variare sono i mezzi e le modalità di diffusione della poesia, la nostra attività in strada si basa sulla forza e la violenza  del testo scritto che s’impone sui passanti, non si nasconde in pagine di libri (sempre meno valorizzati).
È il voler rivolgersi a tutte le persone, senza alcuna distinzione o particolare selezione, tutti possono leggere, interpretare e produrre poesia.

Ivan: Credo di essere l’ultimo dei vecchi poeti e non il primo di quelli nuovi. Quindi si, credo lo sia. Anche se credo che la domanda non ha fondamento nella mia risposta. Ma il bisogno di poesia è ancora molto  diffuso. Come l’acqua piovana che cade in un terreno molto secco, senza i giusti canali non può raggiungere tutto il terreno, ma essa cade sempre dal cielo.

Ringraziamo ancora Davide e Ivan, per la loro disponibilità e gentilezza e vi invitiamo a partecipare tutti a questo bellissimo festival.
La poesia vi aspetta!

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