Estratto da “La faglia empirea” di Rosaria Scialpi | L’Altrove
La faglia empirea
C’è uno squarcio nel cielo:
impossibile ricucirlo.
Non basta la strenua volontà del
sognatore e nemmeno l’ago del cinico.
Quella faglia nella volta empirea
riduce lo sguardo a inerme
scrutatore del reale.
La corda è sospesa nel vuoto.
Nessuna possibilità di salvezza.
Sottrazione
Distillare le parole.
Frenare l’implacabile fiume
di verbosità della roboante orchestra del mondo.
Cernere ciò che appartiene
ai corridoi sotterranei, bloccarne
l’ingresso e apporre un chiavistello sul pericardio.
Scendere nel sottosuolo e trangugiare
la cinica maschera d’orrore quotidiano.
Arginare per custodirsi.
Ariadne
Non son fatta né di terra né di sole*,
io son piuttosto di luna e di fiume:
fiele mischiato al veleno, rabbia
ruggente in silenzio.
*«Era bella, signore, era fatta di terra e di sole», Cesare Pavese,
Dialoghi con Leucò, Torino, Giulio Einaudi Editore
La ruota del domani
Di granitiche certezze non conosco il fardello.
Preferisco le antiche dimore sugli anfratti,
gli accessi celati dai detriti del tempo,
dall’incuria umana che seppellisce i vivi.
Eppure, il cambiamento, il repentino
muoversi della ruota del domani,
mi frusta a colpi di timore.
Spezzare le catene del tempo
e tuffarsi senza salvagente, per chi
non sa nuotare, equivale a morire.
L’AUTRICE
Rosaria Scialpi è nata a Taranto nel 1996. Collabora da diversi anni con testate giornalistiche pugliesi e riviste letterarie, ha curato la comunicazione di un festival letterario e scritto articoli scientifici per riviste di area A10. Nel giugno del 2022 ha pubblicato Lembi di verità, la sua prima silloge poetica.