Estratto da “Nell’acqua nel fuoco” di Eloisa Ticozzi | L’Altrove
La vita sembra bugiarda
la verità sta nel fuoco, nell’acqua
due elementi che imprimono la vita ancestrale.
Anche i sentimenti opposti
gioia e dolore due ossimori incontrollabili
regolano tutto e dispongono la vita.
Nessun punto fisso sulla mia pelle certa finge sincerità,
sono solamente un’integrazione aggiunta al mondo
e cerco nelle pietre quello che mi potrebbe rendere
insonne nella morte.
Gli incubi preparano la vita alla morte.
La morte è una sfida in natura
un patto arcaico di sangue
una pelle che diventa terra composta.
Il mio sogno migliore è
rivestirmi della luce degli insetti
che inseminano fiori
appropriarmi del segno prolifico
che mi promette stirpe d’uomini.
Il mio incubo è incastrarmi
nelle ruote curve dei terremoti
che non hanno nomi propri.
Penso che non esisterò più un giorno,
ma vivrò nei ricordi silenziosi
di chi accenna a vivere
e sarò un’anima veritiera
di quelle che prima di pronunciare una parola
custodiscono dentro di sé il mondo intero
e lo contraggono per assimilarlo nelle narici,
nella gola e infine spingerlo nei polmoni
come uno spicchio di luna.
Il tempo vive nelle mani,
nei piedi,
trasforma la staticità in azione,
va avanti e non indietreggia,
respira senza ansimare,
conforta i sentimenti con decisione.
Il tempo possiede un intimo dolore
nato dal fluire d’universo
che è in tutti noi,
inspira all’unisono con me
e conta i miei battiti aritmici
nel destino avverso e amico.
È un’evoluzione della mia memoria,
è seduzione di sangue nuovo e sconosciuto
mischiato al mio.
Dico che gli elementi sono entità preformate,
c’erano prima del caos
che diede l’annuncio di vita.
Su Marte coesistevano in meraviglia,
su Giove erano nutrimento per i batteri,
sulla terra giocavano in una combinazione magica.
Sono attratta dalla verticalità della pioggia.
La pioggia non sale ma cade,
segue la forza di gravità come le lacrime
che scendono in gruppi.
Piangerò come una foglia rinsecchita
che si rompe in frantumi.
Il mondo è materia assurda,
possiedo gambe stanche che non si riposano
(il riposo è la culla dell’azione).
Voglio vivere
malgrado il mio sangue non sia soccorso
da miei simili,
malgrado la staticità dei pensieri
come sassi ancorati alla terra.
La mia pelle canta, il mio corpo seduce,
il canto dell’anima non appare stonato
ma è vigile attesa.
Aspetto il tempo di ritornare all’origine,
all’archetipo della creazione
(il big bang appartiene anche a me).
L’AUTRICE
Eloisa Ticozzi è nata nel dicembre ’84 a Milano, è laureata in medicina e chirurgia. Ha avuto riconoscimenti poetici in alcuni concorsi, come il concorso Pomezia, concorso Lorenzo Montano, Premio Carrera e altri. I suoi temi prediletti sono la natura, l’immaginazione e la creatività.
Ha iniziato ad avere riconoscimenti dal 2018 con “Figli segreti” al Premio Lorenzo Montano e al Premio Internazionale Indipendente. Ha pubblicato “Figli segreti”, Kolibris, 2019; “Simili e dissimili”, casa editrice Oedipus,2021, con la prefazione del poeta Antonio Spagnuolo; “La cura dell’Infinito”, casa editrice Il Convivio, 2022 . “L’albero dell’infanzia” casa editrice Il Convivio, 2023; successivamente “La resistenza”, casa editrice Il Leggio, 2023. Sue poesie sono apparse in raccolte, ebook. Ha pubblicato una silloge “Il coraggio della natura” (dieci poesie) con altri autori, in un libro tradotto in polacco a cura della poetessa e traduttrice Izabella Teresa Kotska. Ha conseguito dei master non universitari e dei corsi in ambito psicologico.