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Recensione: “Poesie di cenere e d’abisso” di Antonella Emanuela Gobbi | L’Altrove

Antonella Emanuela Gobbi esordisce con una raccolta di valido interesse.
Poesie di cenere e d’abisso (Eretica Edizioni, 2023) è il risultato di una avvicendarsi di emozioni, una conquista vitale e necessaria. La parola di Gobbi è senza dubbio sofferta, una nascita e rinascita, cenere che si disperde nell’aria o si ravviva.

La prima poesia che apre la raccolta è Phoenix:

Orfana di fiamma del mattino,
sono soffio di buio nel vento.
Mi giungo da immensi spazi,
risalgo da immemore nulla.
Sono presenza al di là del vuoto,
mi rinnovo nei resti della mia voce.

È proprio la fenice, l’animale leggendario, il leitmotiv del libro. Nei resti, nella cenere c’è rinascita, forza e cambiamento. Un persistere, un continuare ad essere presenza.

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L’anima e la parola hanno questo
in comune: sopravvivono anche senza volto.
Al loro persistente passo
trema l’inferno.

In Scripta manent.

Con le successive poesie, Antonella Emanuela continua leggersi in profondo, a sviscerare, a portare alla luce:

[…] dentro
mi giace un indomito abisso

scrive in Enigmi. È l’abisso è un luogo/non-luogo, voragine misteriosa, profonda e nascosta all’occhio esterno. L’abisso non è cima e vetta, ma tutto il contrario, è il vuoto interno, in cui entrarvi può portare a perdizione.

Ci si perde troppo spesso
in un vuoto accorgendosi
che non si ha più la forza
di riempirlo con altro.
Tanto che quello che non c’è
è ciò che più di ogni
altra cosa è presente.

Da After party e meditazione.

Ma tali immagini, tali pensieri rappresentano la realtà umana, quindi la poeta qui rappresenta in poesia il sentire comune, un noi unico, di continuità, di storie e abissi. È il caso di Apocalypse Now, che ci riporta alla mente gli ultimi anni di incertezza:

[…] Costretti nei giacigli
come prigionieri d’un tratto consapevoli
delle nostre comunicazioni sofferte,
irreali, avvezzi all’ignoto
e mai pronti per affrontarlo.
Se solo avessimo avuto più tempo
e molto più spazio,
per guardarci da lontano,
avremmo già scoperto
che anche insieme
siamo irrimediabilmente soli.
È la psicosi collettiva che uccide

È la solitudine che perdura nei successivi versi, una contrazione interna ed esterna, estrema in alcuni casi, la quale si sviluppa in totalità. Si contorce l’uomo nei suoi giorni, battuto, immerso nelle crisi. Per la poeta, ma anche per ognuno di noi, è una guerra costante, una battaglia tra silenzio e frastuono, insolito scontro/incontro.

Luce e Abisso sono le ultime due poesie presenti nella raccolta. Ci muoviamo tra biancore e oscurità, due diverse visioni:

nella frattura del senso,
nelle storture dell’intento che
si nasconde la bellezza

E poi, in opposizione:

gravitiamo a ridosso dell’abisso

Crudezza, spettri, incrinature, ma anche un prodursi di una soluzione di continuità in un corpo, in un mondo che, nonostante ogni circostanza, continua a perseverare nel suo perpetuo e dinamico gioco vitale.

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L’AUTRICE
Antonella Emanuela Gobbi
Antonella Emanuela Gobbi è nata nel 1997 in Puglia. Dopo il liceo classico si è laureata alla facoltà di Lettere Moderne. Scrive poesie sin da bambina, ma nel corso degli anni la passione per la poesia diventa per lei una vera e propria vocazione, mediante la quale comprendere e raccontare se stessa e il profondo mistero della vita. Poesie di cenere e d’abisso è la sua prima raccolta di poesie.

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