Inediti di Valentina Cottini | L’Altrove
Secondo Oller nell’ontogenesi del linguaggio
la lallazione consiste nelle stesse combinazioni di foni per tutti e
per tutte
le neonate del mondo
a prescindere dall’autorità interna
della lingua materna.
Dev’esserci stato quindi uno stadio preverbale
in cui io e te
si sarebbe potuto capirsi
senza ricorrere a stratagemmi di analisi
e manuali di comprensione della prossemica
intesa come fatto comunicativo.
Davvero potrebbe esserci stato
uno stadio involontario
di reciproca e primordiale comprensione.
La nostra tragedia sta sempre
nella volontarietà.
D’altronde, conferma l’ISTAT che
la comunicazione è una falla
per mezza umanità.
Inattesi cieli lunghi e l’estensione verticale
dei tramonti
imparare la parola maggese come tratto
distintivo dell’attesa
disegnare la stagione sul regolare
andamento del grano: io
sono di campagna soltanto
di seconda quasi terza generazione;
non so proteggermi e la città mi ruba tutto perché ho gli occhi
abituati alla distanza:
campo traliccio traliccio chiesa crinale monte.
Nulla mi piega come
l’esigenza
di orizzonte.
Riemergere dalle proprie
tragedie personali
è razionalizzare
la libertà d’azione
del dolore;
così difforme eppure
così uguale.
(Ogni finestra piange a modo suo.
A ogni finestra, la sua processione.)
L’AUTRICE
Valentina Cottini nasce nel 1994 e cresce nelle campagne anconetane. Vive temporaneamente qua e là. Scrive racconti e poesie per varie riviste online e cartacee; nel 2019 ottiene il primo premio CoopForWords sezione poesia e nel 2020 il primo premio Zeno sezione poesia. Nel 2021, pubblica con Ventura edizioni la raccolta poetica Geografia dei miei perdoni; nello stesso anno diventa membro della giuria del Premio Zeno e fonda Crocevia, webzine di poesia contemporanea.