Estratto da “Anacronismo” di Martina Restifo | L’Altrove
Sindrome di Peter Pan
Sono nata schiava
di un ideale romantico
trasmesso di generazione in generazione.
La mia specialità è volare pindaricamente
tra amori non corrisposti e stabili illusioni.
Mi nutro di bucoliche speranze
destinate a trasformarsi in fissazioni parassite:
non solo vengo risucchiata
dalla loro indomabile potenza
ma mi rendo colpevole
della loro illogica riproduzione.
Perché mai
– vi chiederete –
ostinarsi a credere in pittoresche realtà,
dilettandosi a oscurare il circostante?
La verità, signori, è che
Appartengo a un mondo immaginario.
La mia malattia si chiama ingenuità:
sono bambina mai cresciuta
nel mondo delle favole.
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Foglietto illustrativo
Legga attentamente prima di stabilire contatti
con le personalità sensibili.
Guidano senza patente in aree desolate;
inspirano aria incantata;
espirano fragranze orientali.
Vestono di comoda nudità;
si truccano come per andare in scena.
Si adornano con simboli celesti;
tengono i caldi piedi saldi in terra fredda.
Servono a impastarsi di interrogativi esistenziali,
a prevedere futuri,
a intensificare cicli emotivi.
Richiedono una posologia costante;
le loro aperture da conservare in luogo fresco e asciutto.
Narcisistiche e superficiali predisposizioni dell’animo
interferiscono con l’efficacia del legame intessuto.
Tra gli effetti indesiderati
la delusione delle aspettative
e la perdita di tempo.
Si prega di fare attenzione
alla fragilità dei cuori corazzati.
Sono ad alto rischio di contagio:
tenere fuori dalla portata di chi
non ama complicarsi l’esistenza.
“Teoria” degli insiemi
L’anima mia è figura concava
che tende le braccia
per accogliere gesti d’amore.
Ma nessuno gli fa visita:
si affacciano solamente
piccoli oggetti dai contorni sfumati
che preferiscono sostare sopra il suo piano
senza volerne far parte.
Ricercare elementi comuni
e creare un’intersezione:
una pretesa matematica
‒ la mia ‒
senza soluzione.
Isolamento
Barattolo di vetro,
tappo sigillato:
affogo nel vuoto del suo interno.
Pareti insonorizzate,
richieste di aiuto urlate al vento:
mi manca il respiro
e non c’è nessuno a salvarmi.
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L’AUTRICE
Martina Restifo nasce a Roma il 27 marzo 1994. Si diploma al liceo classico per poi conseguire la laurea triennale in Scienze dell’Educazione. È laureata magistrale con lode in Scienze Pedagogiche. Post-laurea si è specializzata in Risorse Umane, ambito nel quale attualmente lavora. Nel tempo libero si dedica a lunghe passeggiate in natura, alla lettura e alla scrittura. Pratica meditazione e teatro a livello amatoriale. Ad Aprile 2019 risulta prima classificata alla VII edizione del Premio Letterario Nazionale Teatro Aurelio con la poesia “Imprevedibili Addii”. A settembre 2019 pubblica la sua prima silloge di poesie “Ideale dell’Io. Pensieri su carta” con Monetti Editore.