Estratto da “Ghiaccielo” di Alessio Zanelli | L’Altrove
RIMBALZASOGNI
Scivolati lontano i sogni, il deserto interiore resta
inesplorato, e quasi cieco colui che era solito
vagare da solo per notti e giorni. I suoi occhi sono biglie
di ghiaccio in cui non appare alcun passato
né alcun futuro. Aridi sassi, come quelli piatti che cercava
da bambino lungo la riva e poi faceva rimbalzare
sul pelo dell‘acqua. Ora non ha forza sufficiente
per nessuno dei giganti che sfidava
e vinceva quando ancora i sogni gli guizzavano in testa.
Ha la vista debole, non sa distinguere
le increspature sulla superficie che altre mani e altri occhi
richiamano alla vita. Vorrebbe
alzarsi e farsi vicino, vedere e udire, capire
che cosa lo ha fatto ammalare e ha esaurito le sue forze.
Prova e riprova, e strepita per riprendersi
i suoi sogni. Prova ancora, ma senza risultato.
SBAGLIAVO
Passano il tempo per lo più guardando avanti al passato.
— John Osborne
So che sbagliavo, ma…
non provare a infamare il mio passato.
È vero, giungevamo sempre ai pugni,
ai calci, a tirarci sassi
come selvaggi, a batterci da mattina a sera
ogni santo giorno di quei
mesi d‘estate senza fine,
marmocchi sudici di terra e sudore.
So che sbagliavo, ma…
non provare a macchiare il mio nome.
Perché il tuo paese è rimasto piccolo
come il mio, i tuoi sogni di bambino si sono incrinati
come i miei, la tua foga avventata si è ridotta
a opportuna compostezza come la mia, il mondo
nel quale ci ritroviamo non è
quello che entrambi pensavamo.
So che sbagliavo, ma…
quello è il passato, il tuo come il mio.
LA FINE HA MESSO RADICI
È venuto il tempo –
del nero sull’azzurro,
delle fiamme, delle tempeste, della cenere;
del caos improvviso
e poi della calma perenne.
Del non ritorno.
È venuto il tempo –
per sempre, adesso,
di vedere le stelle esplodere e cadere;
guardiamo, ascoltiamo,
di scomparire aspettiamo.
Andarcene dobbiamo.
È venuto il tempo –
infine una sfera screziata rotante invano
che più nessuno potrà scorgere;
onde residue alla deriva nel vuoto
che più nessuno potrà captare.
Inascoltati echi di morenti spasmi.
AL MIO PAESE
Al mio paese
gli uomini non hanno più
labbra per sorridere,
ma solo per ridere sguaiati;
le donne non hanno più
occhi che possono piangere,
ma solo gonfiarsi di lacrime non versate.
Al mio paese
i ragazzi non sanno che farsene
di strade, notti, libri e ragazze;
alle ragazze non piace
chiacchierare, giocare, sognare e farsi amare.
Al mio paese
tremila camion ogni giorno
saturano l‘aria con particolato di catrame;
il vento soffia di rado,
la neve non si fa vedere.
Al mio paese
non ci si rende più conto di niente,
non dei giorni, non del cielo, non della gente;
persino la nebbia sembra essersene andata,
insieme con la primavera, l‘autunno e i neonati.
La vita si dibatte come un girino
in una pozza sempre più angusta.
GHIACCIELO
Nel momento in cui ti accorgerai che non ci sono
e non riuscirai a trovare alcuna delle tracce che ho lasciato,
non pensare che sia fuggito o sia venuto meno alla mia promessa.
Per restare in contatto con ciò che sarò diventato
dovrai lasciare la tua confortevole casa di pianura,
e dirigerti a nord finché il terreno comincia a salire.
Una volta raggiunta la piccola valle dovrai attraversare il ponte,
prendere il sentiero che termina dove si ergono i giganti,
e scrutare la linea che unisce il ghiaccio al cielo.
L’AUTORE
Alessio Zanelli, nato nel 1963 a Cremona, dove tuttora vive, di professione consulente finanziario, scrive versi, poesia in prosa e microracconti, in inglese, dal 1985. Assiduo autodidatta della lingua, i suoi lavori sono apparsi su circa 180 riviste letterarie e antologie in sedici paesi, ma prevalentemente negli USA e nel Regno Unito. È autore di cinque raccolte all‘estero, per ultima The Secret Of Archery (Il segreto del tiro con l‘arco), pubblicata a Londra nel 2019, e di una selezione bilingue, 33 Poesie/33 Poems, pubblicata in Italia nel 2004 e riedita nel 2011. Zanelli è referente in Italia della Poetry Society di Londra, una delle più importanti organizzazioni letterarie britanniche.