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Recensione: “Cartoline da altri Eden” di Michele Punturieri | L’Altrove

In Cartoline da altri Eden (Edizioni La Gru, 2020) le poesie di Michele Punturieri si presentano come fulminee impressioni e riflessioni su una realtà in crisi, in cui i giorni trascorrono pesanti e le emozioni si fanno contrastanti. Punturieri, in maniera cruda, mitraglia il lettore con versi schietti, reali. Non è un sognatore il nostro poeta e non c’è nella sua poesia un legame con la tradizionale lirica italiana.

È una poesia che ammicca al punk, avventurosa. Una poesia scomoda, lucida, ruvida.
Il poeta mette a repentaglio la nostra assuefazione, fregandosene dei giudizi altrui.
Ci restituisce la coscienza critica dei tempi con un linguaggio non di certo superficiale e che scardina le nostre sicurezze e agiatezze.
Ci urla in faccia il tempo devastato in cui viviamo:

E in mezzo, i nostri giorni miseri
sprecati dietro i post


Illegale, sì, questa fottuta indifferenza.
L’egoismo e il disprezzo.
La specie che vince sulla specie.
L’uomo che domina sull’uomo. E lo calpesta.
Con le diseguaglianze, i precariati e i privilegi delle caste.

con tutta la rabbia possibile. Una poetica viva, sprezzante.

La mia letteratura è una discarica, afferma.

Si va dagli inni che invocano la rivoluzione in Chaos:

per cambiare il mondo
sarebbe sufficiente cambiare anche il canale
insieme alle abitudini.

A quelli che accarezzano il cuore con dolcezza:

La mia carne nella tua.
Il tuo odore fuso al mio.
Il reciproco pulsare e i tuoi sospiri.
All’unisono coi miei.
[…] Che tutto il resto perdeva consistenza
se guardavo al mio domani spogliandolo di te.

o che, ancora, trattano dell’amore in maniera disillusa:

C’eravamo tanto amati e i divorzisti si sfregano le mani.
In Cortina Fumogena.

Non mancano storie generazionali, passionali, civili. Queste non sono poesie, sono pugni in faccia, verrebbe da dire. Brutali, forse è il termine che si addice di più ad esse.
Michele Punturieri sembra un cecchino pronto a colpirci, con un verso e poi con un altro. E subito, dopo averci sparato, ci riprende, ci invita a rialzarci, perché il futuro aspetta noi.

Alcuni testi selezionati da Cartoline da altri Eden

Tra polvere e silenzio

Polvere e silenzio

Il tuo corpo traccia limiti
che danno forma al vento

Al sole il tuo profilo

è quasi lirico,
nemmeno forse nato
per un verso di Prevert.

Si fronte, a Parigi è celluloide
Godard sorriderebbe

Il Tempo non esiste

L’Amore non desiste

La Grazia che resiste

Tra polvere e silenzio.


Luminalights | “Dirtrain”

La mia epoca è un treno.

Uno sporco, lurido treno
che corre deciso
verso un folle deragliamento.

Mostro cinetico
fuori controllo.

Sospeso ghignando.

Sul delirio dei nostri giorni.


Cortina fumogena
(nel piano B era prevista l’evasione).

Ok ok ok.
Mettetevi seduti e rimanete ad aspettare.
Qual è l’alternativa, d’altro canto?
Il Pil che cola a picco e la cena che si fredda.
E Angela con i kapò che se la spassano alla grande,
se è vero come è vero, che avanti a comandare
è molto meglio che scopare.
C’eravamo tanto amati e i divorzisti che si sfregano le mani.
Feeling.
Questione tutta lì.
Con noi che provavamo a ridipingere il domani,
i buchi nelle tasche
e gli scontrini, via via sempre più corti,
nei carrelli della spesa.
L’articolo 18 è come quell’apostrofo, solo un po’ più rosso
in mezzo alle parole pronunciate dal padrone:
Ok, adesso via dal cazzo che qui non servi più.
E fine mese diventa la frontiera,
il Messico e gli States,
i muri a protezione e i cecchini che a ogni sparo
migliorano la mira.
A furia di resistere non c’è rimasto tempo
nemmeno più per piangere.
Da una lacrima sul viso a quelle di rettile.
La borsa e gli accessori in vera pella di Fornero.
Crescono i furbetti nei loro quartierini.
È a Cortina non si emettono fatture.
La neve artificiale e a quella chimica. Incartatecele pure,
le briciole avanzate dai cenoni
che ogni giorno celebrate.
Le useremo in pausa pranzo.
In quelle fuori casa
e in tutte quelle
consumate troppo in fetta
prima di tornare
ad assemblare i vostri Suv.
L’aria italica che satura i polmoni.
Persino Fukushima,
se provavi,
potevi respirarne
di più pura.

L’AUTORE

Michele Punturieri

Michele Punturieri (Reggio Calabria, 1976) è appassionato di fotografia, letteratura (meglio se maudit), cinema d’autore, musica (dal grunge al jazz degli anni ’30 passando per il blues, gli chansonniers e il seminale rock dei Seventies). E poi ancora di arte (da Pollock a Renoir, da Haring a Magritte), viaggi (purché NON d’agenzia) vino da enoteca e birra artigianale (Belgium rules!). Quando scrive raccoglie cocci che rimette insieme. Definendo i suoi contorni. Cartoline da altri Eden è la sua prima raccolta.

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