Anteprima editoriale: “Non ho mai finto” di Monia Gaita | L’Altrove
Già il titolo Non ho mai finto stabilisce il contesto di verità in cui si muove la parola poetica di Monia Gaita, adibita a percepire, cogliere e analizzare realtà materiale e trama interiore.
Uno scavo che diventa fede e obbedienza consapevole all’irrisolto mistero sul quale il dire, inesauribilmente, lievita e s’interroga. Un linguaggio lirico alto che crea con accostamenti ibridi, anche attinti a un lessico tecnicistico e comune, una genealogia solida di originalità e di forza.
Se la poesia deve sollecitare il pensiero e spalancarne i varchi, questi versi non affacciano alcuna prossimità all’ovvio e al futile. Il discorso si fa detentore di una potente agibilità comunicativa, incorporata in un bagaglio di significanza che il lettore potrà facilmente riconoscere.
Di seguito un breve estratto dell’opera in uscita il 26 febbraio 2021.
La curva delle nove
C’è una parete divisoria tra noi due,
la gioia sembra invecchiata all’improvviso
di dieci anni.
Tutto riprende la posa abituale,
sposta la confidenza a mille miglia di distanza
dai secondi.
Ha bevuto qualche bicchiere di troppo
l’ottimismo,
si stringe con disagio nelle spalle,
chiude i sorrisi come si chiudono
i balconi di una casa quando è inverno.
Devo lasciarmi sopravvivere a me stessa,
guardare le madri degli errori
piangere i propri figli,
l’attesa avvelenata da quelli che credevo
i miei compagni.
Per uno strano istinto il giorno
prova a ricostruire il suo percorso,
la curva delle nove raschia
fra la grattugia e il pane
e l’insuccesso suona l’allarme
a un’altra causa persa.
Provo a dimenticarti
Ho il cuore diroccato.
Si è spento tra le braccia
di quest’altra delusione
all’improvviso.
Provo a dimenticarti,
a ritornare sull’argine maestro
delle solite abitudini.
Svolto col vento
a nord e a ovest delle nuvole,
sprofondo nelle ossa oziose della stanza.
E un Dio non c’è
a rammendarmi lo strappo del perduto.
Io che non so sopprimerti
e fare sosta lontano dai tuoi arrivi.
Io che ti raspo l’oro dalle labbra,
che mi riparo dalla pioggia con l’ombrello
del tuo nome.
L’AUTRICE
Monia Gaita è nata a Imola (BO) nel 1971, ma vive da sempre a Montefredane, paese d’origine in provincia di Avellino.
Giornalista e critico letterario, ha all’attivo le seguenti pubblicazioni: Rimandi (Montedit,2000), Ferroluna (Montedit,2002), Chiave di volta (Montedit,2003), Puntasecca(Istituto Italiano Cultura Napoli,2006), Falsomagro (Editore Guida,2008), Moniaspina (L’Arca Felice,2010), Madre terra (Passigli,2015-Premio di Letteratura allo Spoleto Art Festival 2016), Non ho mai finto (La Vita Felice,2021). Diverse le antologie che si sono occupate della sua poesia.
Collabora a “Il Quotidiano del Sud” e a importanti riviste web e cartacee.
La sua scrittura si connota per un uso libero della lingua che punta a coniugare lessemi ricercati e parole attinte al discorsivo in originale mescidanza.
È direttore della Delta3 Edizioni.
Porta avanti nella sua Montefredane, con la Proloco che presiede, il Premio di Cultura “Oreste Giordano”, volto a valorizzare eminenti personalità del mondo giornalistico, della poesia, della scrittura, dell’arte e della scienza.