Estratto da “La terra del rimorso” di Stefano Modeo | L’Altrove
La terra del rimorso è la prima raccolta pubblica da Stefano Modeo per Italic Pequod.
Si legge nella prefazione di Roberto Didier:
Modeo è un giovane autore pugliese, e quella terra così prepotentemente ravvicinata, in anni recenti, dai flussi turistici, dal cinema e dalla pubblicità, resta invece misteriosamente remota nelle sue identità, nei suoi miti e riti, se torniamo a rileggerla attraverso le pagine dell’etnologo. Come se gli anni non fossero trascorsi, come se progressi e commerci più o meno levantini non l’avessero turbata più di tanto nella sua sostanza profonda. Eppure il «rimorso» a cui Modeo, attraverso De Martino, allude, non è soltanto il sentimento che segue a una «scelta mal fatta», ma è anche e soprattutto rimorso, ovvero il dolore acuto che viene da una compravendita d’identità.
Ecco un breve estratto:
La piazza semivuota del tuo cuore.
Hai percorso la piazza.
Hai smesso di guardare il passo tuo nella piazza:
tra la gente cercavi la tua gente.
Scarpe e volti nella piazza mattutina.
Le parole sono tante le idee sono poche.
Sei tornato a casa e hai scritto una poesia:
la leggeremo in piazza, risuonerà alta:
nella piazza semivuota del tuo cuore.
Affrancarsi: prendere per mano la lingua morta
riportarla nei laminatoi a freddo
Lingua bene comune!
(poi: additarsi le destre passioni, stanarle)
Non imitare: uccidere lo standard:
A morte l’io.
Il pensiero nasce sempre per contrapposizione
No!:
sovvertire il punto esclamativo:
noi.
Lei non è nel freddo muro di cinta
che bianco-grigio rimbalza rumori
Lei come un marinaio di leva
che dalla nave saluta immobile
osserverà le colline e le reti
con ricordi di strade male asfaltate
Lei non è più sabati sera e diplomi
un vento trascina le sue insicurezze
Non è quei prati dove vietano i respiri
né quei dolci bambini che oggi dipinge
va via dalla terra di veleni e vampiri
Non baci né guanti: lei piange.
Voi venite
Noi andiamo
dalle strade della città
via
per poi ricordare
in cartoline estive
pallonate di bambini
cortili crollati.
Adesso:
Volo all’altro capo del Paese
ciò che lascio ogniqualvolta
è un verso che risuona straniero
un’onda di mare che brucia salina
quella ferita mal ricucita di spina.
Un’umanità indecorosa e piena di grazia
dalla faccia istruita alla violenza del sole.
Torno all’altro capo del Paese
lascio una lingua, una gestualità.
la vita fatta a rottami dove rullano i tamburi
e le notti randagi
di giovani padri
di baci rubati.
Arrivo all’altro capo del Paese
mio nipote è già un uomo con delle parole
lo sentirò comprendere e descrivermi dove vive
mi dirà forse un giorno a che punto è la guerra
riconoscerà a fondo ciò che io chiamo: la terra
del rimorso.
L’AUTORE
Stefano Modeo (Taranto, 1990) vive e lavora come insegnante a Ferrara.
La Terra del Rimorso è la sua opera prima. Alcune sue poesie sono state pubblicate su Yawp: giornale di letterature e filosofie e su Nuova Ciminiera.