Una poesia di Shakespeare per l’8 marzo | L’Altrove
Sonetto 18
Dovrò paragonarti ad un giorno estivo?
Tu sei più amabile e temperato:
cari bocci scossi da vento eversivo
e il nolo estivo presto è consumato.
L’occhio del cielo è spesso troppo caldo
e la sua faccia sovente s’oscura,
e il Bello al Bello non è sempre saldo,
per caso o per corso della natura.
Ma la tua eterna Estate mai svanirà,
né perderai la Bellezza ch’ora hai,
né la Morte di averti si vanterà
quando in questi versi eterni crescerai.
Finché uomo respira o con occhio vedrà,
fin lì vive Poesia che vita a te dà.
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