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Recensione: “Versi di luce” di Davide Stocovaz | L’Altrove

Nella raccolta Versi di Luce di Davide Stocovaz, il lettore è invitato a intraprendere un viaggio emotivo e riflessivo attraverso una serie di poesie che esplorano temi universali come l’amore, la perdita, la solitudine e la ricerca di significato. Stocovaz utilizza un linguaggio evocativo e immagini potenti per esprimere la complessità delle emozioni umane, creando un legame profondo con il lettore, riflette sulla dualità della condizione umana, mettendo in luce tanto i momenti di dolore quanto quelli di rinascita. La sua poesia si distingue per la capacità di fondere introspezione personale e riflessione filosofica, creando un ponte tra il mondo interiore e quello esterno.

L’autore invita il lettore a confrontarsi con le proprie esperienze emotive, utilizzando il linguaggio poetico per dare voce a sentimenti di solitudine, desiderio e speranza. La sua scrittura è un viaggio attraverso le sfide dell’esistenza, con un forte richiamo all’accettazione delle proprie vulnerabilità e all’importanza di continuare a sognare. La poesia diventa così un mezzo per esplorare l’identità e la connessione con il mondo, sottolineando che, nonostante il dolore, esiste sempre la possibilità di un nuovo inizio e di una luce che illumina il cammino, è un’opera che celebra la resilienza dell’animo umano, invitando a scoprire la bellezza anche nei momenti più bui.

In poesie come Nelle tenebre e La danza dei giorni oscuri, l’autore descrive la lotta interiore che caratterizza ogni individuo, evidenziando come la luce dell’ottimismo possa emergere anche nei momenti più bui. È proprio la poesia Nelle tenebre… ad aprire la raccolta con un tono di vulnerabilità e introspezione. L’autore inizia descrivendo una sensazione di soffocamento e di oscurità, utilizzando frasi come “si soffoca ogni respiro” e “la vita diviene tormento”. Queste immagini iniziali stabiliscono immediatamente un’atmosfera pesante e opprimente, suggerendo una lotta interna che molti lettori possono riconoscere.

NELLE TENEBRE…

… si soffoca ogni respiro.
Il cuore pulsa lento.
La voce diviene lamento
e si smorza in un sospiro.
Il mondo si fa oscuro.
La vita diviene tormento.
Pare interminabile questo momento.
Non pare esservi luogo sicuro.

Ed è proprio nelle tenebre
che si cela la forza interiore
capace di far rivivere il cuore
e tutto appare meno lugubre.

Nella debolezza si trova la forza
per riprendere questo viaggio
tra risate, lacrime e coraggio,
così tutta l’anima si rafforza.

La struttura della poesia è caratterizzata da versi brevi e incisivi, che contribuiscono a creare un ritmo sincopato, riflettendo il battito lento del cuore descritto nel testo. La ripetizione di suoni e la scelta di vocaboli come “lamenta” e “sospiro” evocano una sensazione di tristezza e impotenza. Tuttavia, nel cuore di questa oscurità, l’autore introduce un elemento di speranza: “È proprio nelle tenebre che si cela la forza interiore”. Questa transizione è cruciale, poiché suggerisce che la resilienza e la capacità di rinascita possono emergere anche nei momenti più difficili.

Stocovaz continua a esplorare il concetto di debolezza e forza, affermando che “nella debolezza si trova la forza”. Questo dualismo è una tematica ricorrente nella poesia, dove l’autore invita il lettore a riconoscere che la vulnerabilità non è un segno di debolezza, ma piuttosto un’opportunità per crescere e riprendersi. La chiusura della poesia, con l’affermazione “così tutta l’anima si rafforza”, offre un messaggio di ottimismo, suggerendo che dal dolore può sorgere una nuova forza.

Un’altra poesia significativa è L’ombra, che affronta il tema della presenza costante del dolore e della sofferenza. L’apertura con “C’è sempre un’ombra che alberga in me” stabilisce un tono di inquietudine e introspezione. L’ombra diventa una metafora potente per rappresentare le esperienze dolorose e le cicatrici emotive che ciascuno porta con sé.

L’OMBRA

C’è sempre un’ombra che alberga in me.
Ne sento il ruggito, al calar delle tenebre
quando il sonno stenta a venire.
Ne sento gli artigli, al sorgere del sole
quando la veglia e l’esistere si fanno pesanti.
Non c’è via di fuga, non esiste una cura.
Ahimè, devo accettarla, così come si presenta
e domarla, come fosse un leone.
Dietro ogni mio sorriso
alle spalle di ogni parola o buon gesto
sento quest’ombra che ghigna.
Un giorno, quando non avrò più forza
essa avrà la meglio su di me:
azzannerà con ferocia, dilanierà persino l’anima.
E di me non resterà che vago ricordo
destinato a svanire piano piano.

La poesia è caratterizzata da una progressione di immagini che descrivono l’ombra come un’entità vivente, “che ghigna” e “azzannerà con ferocia”. Questa personificazione dell’ombra rende tangibile il conflitto interiore dell’autore, creando un senso di angoscia e impotenza. La descrizione di come l’ombra si manifesti “dietro ogni sorriso” e “alle spalle di ogni parola” suggerisce che, nonostante le apparenze, il dolore può essere invisibile agli occhi degli altri.

Tuttavia, Stocovaz non si limita a descrivere la sofferenza; la sua poesia invita anche alla riflessione e all’accettazione. L’affermazione “devo accettarla, così come si presenta” indica un passo verso la consapevolezza e la riconciliazione con il proprio dolore. L’accettazione diventa un tema centrale, poiché l’autore riconosce che l’ombra è parte integrante della sua esistenza.

La chiusura della poesia, con la dichiarazione che “di me non resterà che vago ricordo”, evoca una sensazione di malinconia, ma anche di liberazione. L’idea che l’ombra, pur essendo una presenza opprimente, non possa definire completamente l’identità dell’autore, offre una visione di speranza. L’accettazione del dolore come parte della vita umana diventa un atto di coraggio, invitando il lettore a riflettere sulla propria relazione con le proprie ombre.

Attraverso queste poesie, il poeta affronta temi complessi con un linguaggio ricco di immagini evocative. La sua scrittura è caratterizzata da una forte musicalità, che si manifesta attraverso l’uso di ripetizioni, allitterazioni e assonanze. Questo stile poetico contribuisce a creare un’atmosfera immersiva, permettendo al lettore di entrare in contatto con le emozioni espresse.

Inoltre, la raccolta si distingue per la sua capacità di oscillare tra il dolore e la speranza. Stocovaz non teme di affrontare argomenti difficili, ma offre anche spunti di riflessione e possibilità di rinascita. La poesia diventa quindi un mezzo per esplorare la complessità dell’esperienza umana, invitando il lettore a confrontarsi con le proprie emozioni e a trovare la luce anche nei momenti di oscurità.

Stocovaz riesce a creare un parallelismo tra il personale e l’universale: ogni emozione vissuta sembra appartenerci, ogni verso appare un frammento della nostra stessa esperienza. Tuttavia, in alcuni casi, l’intensità emotiva può risultare sopraffacente e rischia di oscurare la chiarezza narrativa. Ad esempio, in Senza un domani, l’amore è descritto come un “veleno bevuto dall’anima,” un’immagine che cattura l’essenza dolorosa ma che potrebbe sembrare ripetitiva se confrontata con altre poesie.

SENZA UN DOMANI

Questo amore
che mi scorre dentro
e pulsa nel cuore e nella mente
ha un sapore di morte.
Angosciato mi dibatto nei giorni
in malinconici e trepidi incontri.
Questo amore, che non trova corrispondenza
è come veleno bevuto dall’anima.
E i miei occhi sono lontani dai tuoi.
Le mie mani sono distanti dalla tua pelle.
Già, questo amore non ha un domani
ed è un lento morire dentro.
Improvvisa cala la sera

e trabocca di desiderio l’agonia del giorno.
Un altro aspetto rilevante è la centralità dell’Amore, che diviene spesso una presenza tormentata e sfuggente. La poesia La danza dei giorni oscuri, con le sue note di malinconia e alienazione quotidiana, riflette un’esistenza scandita dalla mancanza di connessione e dall’attesa di un conforto che tarda ad arrivare.

LA DANZA DEI GIORNI OSCURI

Quante tenebre da attraversare, giorno dopo giorno
perché raggi dorati non si manifestano,
non penetrano la scorza del mio cuore
fattosi di marmo nel corso degli anni.
Io, lo so, potrei sciogliermi con un sorriso
ma nessuna anima mi si fa così vicino
da rischiarare un po’ questo sentiero.
Da quando ho ricordo,
nessun bacio, nessuna carezza
hanno vissuto questo corpo, questa anima.
Già, da quando ho ricordo
sono perseguitato da ombre d’amore,
pochi riflessi di felicità.
Un uomo, prima o poi, si abitua a tutto.
E così mi sono abituato
a scivolare nei giorni, che sembrano tutti uguali:
una quotidianità dal sapore d’assenzio.
No, nessuna donna bussa alla porta del mio cuore
e chiede di entrarvi, di essere accolta.
E allora via, in questa danza dal ritmo lento
melodia stonata, passi strascicati e sterili speranze.
Un domani, nel futuro, allo scoccare della mia ora
allora tutto sfumerà, questa danza terminerà
e abbraccerò nuove tenebre, infinite tenebre.

Versi di Luce di Davide Stocovaz è una raccolta che invita alla riflessione profonda e all’introspezione. Attraverso una scrittura evocativa e un linguaggio ricco di immagini, l’autore esplora temi universali come l’amore, la perdita e la resilienza. Le poesie analizzate, “Nelle tenebre…” e “L’ombra”, offrono uno spaccato della complessità delle emozioni umane, invitando il lettore a riconoscere e accettare le proprie vulnerabilità. In un mondo spesso dominato dall’oscurità, Stocovaz riesce a trasmettere un messaggio di speranza e di forza interiore, rendendo la sua opera un’importante riflessione sulla condizione umana.

L’AUTORE

Davide Stocovaz è nato a Trieste nel 1985. È autore e sceneggiatore, tra i suoi romanzi ricordiamo Zanne nelle Tenebre e Addendum per Editrice GDS, Abissi, Ombra di Morte per Elison Publishing, Il Mostro del Buio per la Dark Abyss Edizioni, La Giungla dell’Orrore, Krampus, la leggenda è viva, La Testa dello Skullzlag e Carnivores per la Delos Digital, Il Re delle Dolomiti per Edikit e Tones-Stagione 0, scritto con Omar Soffici, per la White Cocal Press. Nel 2010 vince il Primo Premio Internazionale per la Sceneggiatura Mattador, dedicato a Matteo Caenazzo. Alterna il percorso in narrativa con la stesura di poesie. La sua prima raccolta poetica Sussurri nel Vento è stata pubblicata dalla Ensemble Edizioni, seguita poi da I Respiri dell’Anima edita da Versi Edizioni. Collabora con diverse riviste online con la stesura di racconti e poesie. Visceralmente legato alla sua città natale, continua il suo percorso nella narrativa.

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