
Gregory Corso, il poeta ribelle della Beat Generation | L’Altrove
Gregory Corso, nato a New York nel 1930, ha rappresentato una delle voci più originali e peculiari del Beat Movement, il movimento artistico e culturale che ha sconvolto gli Stati Uniti nella seconda metà del XX secolo. La sua opera poetica è caratterizzata da una profonda tensione tra classicismo e innovazione, irriverenza e profondità filosofica, leggerezza ironica e cupezza esistenziale. Per comprendere la sua rilevanza all’interno della letteratura americana, è necessario analizzarne nel dettaglio la biografia, il contesto socio-culturale, la poetica e i confronti con i suoi contemporanei.
La vita di Gregory Corso è essa stessa materiale poetico. Nato da genitori di origini italiane, Corso fu abbandonato dalla madre all’età di appena un anno e visse un’infanzia travagliata, segnata da povertà, solitudine e istituzioni correzionali. Questo substrato biografico emerge con forza nei suoi versi, che spesso riflettono un senso di alienazione e di sfida nei confronti delle strutture sociali opprimenti. L’episodio centrale della sua giovinezza fu il periodo di detenzione presso la prigione di Clinton, dove scoprì la letteratura e fu profondamente ispirato dai poeti romantici inglesi, in particolare Percy Bysshe Shelley. È qui che si può rintracciare una delle grandi tensioni della sua poesia: l’equilibrio tra una formazione classica e l’irriverenza sperimentale che avrebbe definito il movimento Beat>.
Nonostante il suo passato turbolento, Corso divenne una figura centrale della scena culturale di New York e San Francisco, entrando in contatto con figure iconiche come Jack Kerouac e Allen Ginsberg. Questi incontri furono decisivi non solo per la sua carriera letteraria, ma anche per la definizione della sua identità poetica come voce ribelle e visionaria.
Gregory Corso nella Beat Generation
Il Beat Movement, di cui Corso fu uno dei protagonisti, nacque come risposta al conformismo e al materialismo che caratterizzavano la società americana del secondo dopoguerra. Gli anni ’50 furono un periodo di prosperità economica, ma anche di profonde tensioni sociali e politiche: la Guerra Fredda, la minaccia nucleare, la segregazione razziale e l’emergere di movimenti per i diritti civili contribuirono a creare un’atmosfera di inquietudine e insoddisfazione. I poeti Beat si opposero a questa cultura dominante attraverso un’esplorazione radicale di temi come la spiritualità, la libertà individuale e l’esperienza umana autentica.
Corso, pur condividendo molte delle preoccupazioni dei suoi contemporanei, si distingue per un approccio unico, spesso meno centrato sulla denuncia e più orientato alla celebrazione delle contraddizioni dell’esistenza umana. La sua opera riflette sia l’angoscia dell’epoca sia un desiderio di trascendenza, espresso attraverso un linguaggio evocativo e potente.
La poesia di Gregory Corso si caratterizza per l’esuberanza, l’ironia e una profonda ricerca di significato.
Bomb è uno dei lavori più celebri di Corso. Attraverso versi come O Bomb I love you (O bomba, ti amo nella traduzione italiana), Corso mescola umorismo nero, critica sociale e riflessione filosofica sull’era nucleare. La traduzione italiana di “Bomb” è disponibile in antologie dedicate al Beat Movement, tra cui Poesia Beat a cura di Fernanda Pivano.
Bomba
Incalzatrice della storia Freno del tempo Tu Bomba
Giocattolo dell’universo Massima rapinatrice di cieli Non posso odiarti
Forse che l’odio il fulmine scaltro la mascella di un asino
La mazza nodosa di Un Milione di A.C. la clava il flagello l’ascia
Catapulta Da Vinci tomahawk Cochise acciarino Kidd pugnale Rathbone
Ah e la triste disperata pistola Verlaine Puskin Dillinger Bogart
E non ha S. Michele una spada infuocata S. Giorgio una lancia Davide una fionda
Bomba sei crudele come l’uomo ti fa e non sei più crudele del cancro
Ogni uomo ti odia preferirebbe morire in un incidente d’auto per un fulmine annegato
Cadendo dal tetto sulla sedia elettrica di infarto di vecchiaia di vecchiaia O Bomba
Preferirebbe morire di qualsiasi cosa piuttosto che per te Il dito della morte è indipendente
Non sta all’uomo che tu bum o no La Morte ha distrutto da un pezzo
il suo azzurro inflessibile Io ti canto Bomba Prodigalità della Morte Giubileo della Morte
Gemma dell’azzurro supremo della Morte Chi vola si schianterà al suolo la sua morte sarà diversa
da quella dello scalatore che cadrà Morire per un cobra non è morire per del maiale guasto
Si può morire in una palude in mare e nella notte per l’uomo nero
Oh ci sono morti come le streghe d’Arco Agghiaccianti morti alla Boris Karloff
Morti insensibili come un aborto morti senza tristezza come vecchio dolore Bowery
Morti nell’abbandono come la Pena Capitale morti solenni come i senatori
E morti impensabili come Harpo Marx le ragazze sulla copertina di Vogue la mia
Proprio non so quanto sia terribile la MortePerBomba Posso solo immaginarlo
Eppure nessuna morte di cui io sappia ha un’anteprima così buffa Panoramo
una città la città New York che straripa a occhi desolati rifugio nel subway
Centinaia e centinaia Un precipitare di umanità Tacchi alti piegati
Capelli spinti indietro Giovani che dimenticano i pettini
Signore che non sanno cosa fare delle borse della spesa
Impassibili distributori automatici di gomma Ma 3° rotaia pericolosa lo stesso
Ritz Brothers del Bronx sorpresi sul treno A
La sorridente réclame del Schenley sorriderà sempre
Morte Folletto Bomba Satiro Bombamorte
Tartarughe che esplodono sopra Istanbul
La zampa del giaguaro che balza
per affondare presto nella neve artica
Pinguini piombati contro la Sfinge
La cima dell’Empire State
sfrecciata in un campo di broccoli in Sicilia
Eiffel a forma di C nei Magnolia Gardens
S. Sofia atletica Bomba sportiva
I templi dell’antichità
finite le loro grandiose rovine
Elettroni Protoni Neutroni
che raccolgono capelli Esperidi
che percorrono il dolente golf dell’Arcadia
che raggiungono timonieri di marmo
che entrano nell’anfiteatro finale
con un senso di imnodia di tutte le Ilio
annunciando torce di cipressi
correndo con pennacchi e stendardi
e tuttavia conoscendo Omero con passo aggraziato
Ecco la squadra del Presente in visita
la squadra del Passato in casa
Lira e tuba insieme congiunte
Odi e wurstel soda oliva uva
galassia di gala usciere togato
e in alta uniforme O felici posti a sedere
Applausi e grida e fischi eterei
La presenza bilione del più grande pubblico
Il pandemonio di Zeus
Hermes che corre con Owens
La Palla lanciata da Buddha
Cristo che picchia la palla
Lutero che corre alla terza base
Morte planetaria Osanna Bomba
Fa sbocciare la rosa finale O Bomba di Primavera
Vieni con la tua veste di verde dinamite
libera dalla macchina l’occhio inviolato della Natura
Davanti a te. li Passato raggrinzito
dietro dl te il Futuro che ci saluta O Bomba
Rimbalza nell’erbosa aria da tromba
come la volpe nell’ultima tana
tuo campo l’universo tua siepe la terra
Salta Bomba rimbalza Bomba scherza a zig zag
Le stelle uno sciame d’api nella tua borsa tintinnante
Angeli attaccati ai tuoi piedi giubileo
ruote di pioggialuce sul tuo scanno
Sei attesa e guarda sei attesa
e i cieli sono con te
osanna Incalescente gloriosa liaison
BOMBA O strage antifonia fusione spacco BUM
Bomba fa l’infinito una Improvvisa fornace
distendi il. tuo Spazzare che abbracci moltitudini
avviati orribile agenda
Stelle del Carro pIaneti carnaio elementi di carcassa
Fa’ cadere l’universo salta ciucciante coi dito in bocca
sui suo da tanto da tanto morto Neanche
Dal tuo minuscolo peloso occhio spastico
espelli diluvi dl celestiali vampiri
Dal tuo grembo invocante
vomita turbini di grandi vermi
Squarcia Il tuo ventre o Bomba
dal tuo ventre fa’ sciamare saluti di avvoltolo
incalza col tuoi moncherini stellati dl iena
lungo il margine del Paradiso
Bomba O finale Pied Piper
sole e lucciola valzeggiano dietro la tua sorpresa
Dio abbandonato zimbello
Sono la Sua rada falso-narrata apocalisse
Lui non può sentire le un-bel-giorno
profanazioni del tuo flauto
Lui è rovesciato sordo nell’orecchio pustoloso del Silenziatore
il Suo Regno un’eternità di cera vergine
Trombe tappate non Lo annunciano
Angeli sigillati non Lo cantano
Un Dio senza tuoni Un Dio morto
Bomba il tuo BUM la Sua tomba,
Che io mi chini su un tavolo di scienza
astrologo che guazza in prosa di draghi
quasi esperto dl guerre bombe soprattutto bombe
Che io sia incapace di odiare ciò che è necessario amare
Che io non possa esistere in un mondo che consente
un bimbo abbandonato in un parco un uomo morto sulla sedia elettrica
Che io sia capace di ridere di tutte le cose
dl tutte quelle che so e quelle che non so per nascondere il mio dolore
Che dica di essere un poeta e perciò amo ogni uomo
sapendo che le mie parole sono la riconosciuta profezia di ogni uomo
e le mie non parole un non minore riconoscimento,
che io sia multiforme
uomo che Insegue le grandi bugie dell’oro
poeta che vaga tra ceneri luminose
come mi immagino
un sonno con denti di squalo un mangia-uomini di sogni
Allora non ho bisogno di esser davvero esperto di bombe
Per fortuna perché se le bombe ml sembrassero larve
non dubiterei che diventerebbero farfalle
C’è un inferno per le bombe
Sono laggiù Le vedo laggiù
Stan li e cantano canti
soprattutto canti tedeschi
e due lunghissimi canti americani
e vorrebbero che ci fossero altri canti
specialmente canti russi e cinesi
e qualche altro lunghissimo canto americano
Povera piccola Bomba che non sarai mal
un canto eschimese io ti amo
voglio mettere una caramella
nella tua bocca forcuta
Una parrucca di Goldilocks sulla tua zucca pelata
e farti saltellare con me come Hansel e Gretel
sullo schermo di Hollywood
O Bomba in cui tutte le cose belle
Morali e fisiche rientrano ansiose
fiocco di fata colto dal
più grande albero dell’universo
lembo di paradiso che dà
un sole alla montagna e al formicaio
Sto In piedi davanti alla tua fantastica porta gigliale
Ti porto rose Midgardian muschio d’Arcadia
Rinomati cosmetici delle ragazze del paradiso
Dammi il benvenuto non temere, la tua porta aperta
né il grigio ricordo del tuo freddo fantasma
nè i ruffiani del tuo tempo incerto
il loro crudele sciogliersi terreno
Oppenheimer è seduto
nella buia tasca di Luce
Fermi è disseccato nei Mozambico della Morte
Einstein la sua boccamito
una ghirlanda di patelle sulla testa di calamari lunari
Fammi entrare Bomba sorgi da quell’angolo da topo gravido
non temere le nazioni del mondo con le scope alzate
O Bomba ti amo
Voglio baciare il tuo clank mangiare il tuo bum
Sei un peana un acmé dl urli
un cappello lirico del Signor Tuono
fai risuonare le tue ginocchia di metallo
BUM BUM BUM BUM BUM
BUM tu cieli e BUM tu soli
BUM BUM tu lune tu stelle BUM
notti tu BUM tu giorni tu BUM
BUM BUM tu venU tu nubi tu nembi
Fate BANG voi laghi voi Oceani BING
Barracuda BUM e coguari BUM
Ubanghi BANG orangutang
BING BANG BONG BUM ape orso scimmion
tu BANG tu BONG tu BING
la zanna la pinna la spanna
Si Si In mezzo a noi cadrà una bomba
Fiori balzeranno di gioia con le radici doloranti
Campi si inginocchieranno orgogliosi sotto gli halleluia del vento
Bombe-garofano sbocceranno Bombe-alce rizzeranno le orecchie
Ah molte bombe quel giorno intimidiranno gli uccelli in aspetto gentile
Eppure non basta dire che una bomba cadrà
sia pure sostenere che il fuoco celeste uscirà
Sappiate che la terra madonnerà in grembo la Bomba
che nel cuore degli uomini a venire altre bombe. nasceranno
bombe da magistratura avvolte in ermellino tutto bello
e si pianteranno sedute sui ringhiosi imperi della terra
feroci con baffi d’oro.
(Traduzione di Fernanda Pivano)
In Marriage Corso riflette sul matrimonio e sulle sue implicazioni sociali con un tono ironico e satirico. La poesia inizia con la domanda Should I get married? (Dovrei sposarmi?), interrogandosi sulla convenzionalità e l’autenticità delle relazioni. La traduzione italiana, inclusa nella raccolta La Beat Generation e l’America, preserva il senso di ambivalenza e il gioco linguistico di Corso.
I Am 25 è una meditazione sulla giovinezza e l’invecchiamento, con un tono che mescola ribellione e introspezione. Corso afferma: I hate old poet men (Odio i vecchi poeti), esprimendo il conflitto tra tradizione e innovazione. La traduzione italiana si trova in raccolte specifiche, dove viene mantenuta la forza evocativa del testo.
In The Whole Mess… Almost Corso esplora il caos e la bellezza della vita moderna, utilizzando un linguaggio diretto e potente. La poesia riflette le contraddizioni dell’esistenza, celebrando la confusione come parte integrante dell’esperienza umana. Traduzioni italiane di questa poesia sono disponibili nelle antologie Beat.
Dal punto di vista stilistico, Corso combina elementi classici e sperimentali, mostrando una padronanza tecnica che lo distingue da molti dei suoi contemporanei. Utilizza spesso il verso libero, ma non esita a ricorrere a strutture più tradizionali quando lo ritiene necessario. La sua capacità di mescolare lirismo, ironia e sperimentazione lo rende una figura unica all’interno del panorama letterario del XX secolo.
Il ruolo di Gregory Corso nel Beat Movement è spesso messo in relazione con figure come Allen Ginsberg e Jack Kerouac, ma è importante sottolineare le sue peculiarità. Se Ginsberg è noto per il tono profetico e Kerouac per l’approccio spontaneo e narrativo, Corso si distingue per un senso di gioco e ironia che aggiunge una dimensione unica alla sua poesia.
Un confronto particolarmente interessante è quello con William S. Burroughs, il cui stile sperimentale e frammentario trova eco nella capacità di Corso di mescolare realismo e assurdo. Tuttavia, a differenza di Burroughs, Corso conserva un approccio più diretto e umano, che rende le sue poesie accessibili e al tempo stesso profondamente evocative.
L’importanza di Gregory Corso nella letteratura americana non si limita al suo ruolo nel Beat Movement. La sua opera continua a essere studiata e apprezzata per la sua capacità di affrontare temi universali attraverso una lente unica e originale. Il suo linguaggio, al contempo semplice e sofisticato, invita il lettore a esplorare le profondità dell’esistenza umana, celebrandone le contraddizioni e le complessità.
In un’epoca in cui il conformismo e la superficialità minacciano di soffocare la creatività, la poesia di Corso rimane un faro di libertà e autenticità. La sua eredità è quella di un poeta che ha saputo trasformare la sofferenza e l’alienazione in bellezza e significato, ispirando generazioni di lettori a cercare la verità nelle proprie vite.

