Estratto da “Sedime” di Gianni Mercantoni | L’Altrove
UN CANTO
Sarai tutto di me dentro un canto,
io non parlo più con i gesti,
zampe e fendenti riprendono a suonare:
suona il purosangue e suona la staggia,
suona il ceppo che arde, e il mercantile.
Cos’altro dice il volere e la sazietà
se cadiamo ogni volta colpiti
dalla stessa ruota di carne,
e guardiamo sospirosi in assenza di argine.
Un bozzolo arroventato,
caduto in un coacervo di manovre
riproduce frammenti di decimate stelle.
PARCO APERTO
Nulla di nuovo allo scoperto,
tutto viene ripetuto
da almeno trecento anni
da aver creato un chiaroscuro cerimonioso.
Compresso il baricentro,
tutto viene riferito con identiche parole
espresse a chiazza,
messe in coda – l’una dall’altra.
Annota tutto quel che ho posseduto,
con cui mi hai spogliato a comando,
la luna e la sua china verde
e ghigliottina al muso al parco aperto.
Non penso al ritrovato scambio,
cedo una cornea all’equipaggio;
vi è un posto che non ama essere visitato.
LE BARCHE
Le barche agguantano tovaglie spumeggianti.
Le barche hanno a che fare con il blu,
ma non si orientano.
Le barche hanno escogitato un segnale,
la coda della zavorra può afferrare
un ghiacciaio.
Chiama il nome di barca e lei non morirà,
grida il suo nome più forte più volte:
si aprono le porte di un teatro.
VEDUTA
Riprendi tutto quel che ti sei
lasciato dietro nel cammino:
le vestigia, il paradiso, le vie lastricate,
così una brace precipitante
ha cassato nei dolori impuniti il cielo
e le grandi correnti-macerie temporali.
Non rimane intorno una veduta,
abbiamo intorno un peso,
la tela è chiusa da una pausa attraverso –
contraddetta dall’inizio.
Siamo entrati nel vetro della lente
per essere un’ugual forma,
l’unica incentrata
nel gravoso epilogo:
la forma piombata, già socchiusa,
si getta in una posa.
L’AUTORE
Gianni Marcantoni (S. Benedetto del Tronto, 1975), laurea inGiurisprudenza, vive nelle Marche. Compone versi fin da adolescente, ma laprima raccolta viene pubblicata dopo 20 anni di incertezza, nel 2011, “Altempo della poesia” (Aletti), seguono poi “La Parete viva” (ibidem), “InDirittura” (Vertigo 2013). Si presenta al pubblico soltanto con la quartasilloge “Poesie di un giorno nullo” (Vertigo 2015) e le successive: “Orariodi visita” (Schena 2016), “Ammessi al paesaggio” (Calibano 2019),”Complicazioni di altra natura” (2020 puntoacapo), “Panorama dei lumi”(plaquette, 2021 puntoacapo) ricevendo diversi premi e riconosceimenti.