Appunti di poesia: Jolanda Insana | L’Altrove
Soltanto inventariare
(1966)
I
Noi non sapremo quali oscuri meandri
traversi l’idea di un volto
quali fili si attorcano a un esistere
che trabocca dall’intaglio sotto l’orlo
quando si spiana l’onda della sera
e il moto alterno della mareggiata
porta ricci e conchiglie.
II
Soltanto inventariare fosse l’ordine
di una mano di ghiaccio nella nebbia.
Avrei potuto da tempo squadrare
il blocco intatto della lava,
incidere su lastre raggelate
il segno dei passaggi
la stagione delle migrazioni,
una notte di scirocco.
III
Quando mi sveglierò da questo sonno
lungo di prigione
la parola suonerà come il vagito.
Io non saprò
quali frutti matura intatto il silenzio
se il Budda del Bengala
sorride dalla tua mano d’artiglio
e la saggezza è il bene da scontare
nel ghigno del volto.
Ma il silenzio dei naufraghi
conta meno del volo basso del gabbiano
se la tagliola da tempo è aperta
tra gli intrichi del bosco.
Nessuna mano ci farà segno da questa proda.
Da A schiere le parole, Marcos Y Marcos.