Inediti di Andrea Figari | L’Altrove
Intreccio di colori
Vessillo di pace.
La sua bandiera, i suoi colori,
un intreccio di pensieri,
arcobaleno di immagini.
Il rosso è il primo scalino,
il colore del sangue,
quel sangue che scorre nelle vene
e fino al cuore, al suo battito giunge.
Rosso che si intreccia con l’arancione,
il colore della buccia di molti agrumi,
frutti di alberi,
prezioso cibo per gli inverni freddi.
Arancione che si intreccia con il giallo,
il colore del grano nei campi
da raccogliere e far divenire pane;
un raggio di sole a riscaldare il suolo.
Giallo che si intreccia con il verde,
il colore della speranza,
dell’erba e di un albero le sue foglie;
un prato su cui correre.
Verde che si intreccia con l’azzurro,
il colore del cielo limpido,
schiarito dopo il passaggio delle nuvole;
in una favola il nome di un principe.
Azzurro che si intreccia con il blu,
il colore del mare,
sguardo verso l’orizzonte
a scrutare terre lontane.
Blu che si intreccia con il viola,
il suono dolce di uno strumento musicale,
il nome di un fiore,
per concludere il percorso.
La grolla dell’amicizia
Si narra una storia
tra le case in pietra della Valle d’Aosta.
Si tramanda il tempo che fu
seduti davanti ad un camino,
in una baita di montagna.
Occasione preziosa
a conclusione di una fredda giornata,
al calare della sera,
con le impronte di vita
lasciate ormai sulla neve.
Intorno al fuoco
si ripercorrono i momenti,
gli attimi trascorsi insieme.
Si ripercorrono i ricordi,
emozioni che si imprimono dentro.
Gli sguardi si incrociano,
le mani attendono la presa
i legami si rafforzano.
Il dolce profumo nell’aria
inebria gli animi,
riscalda i cuori.
Giunge il momento del passaggio.
Un grazie,
un prego,
un tesoro al suo interno,
la bevanda è da sorseggiare,
il rito,
il calore della convivialità,
la grolla dell’amicizia.
Sarebbe tempo
Sarebbe tempo di pace,
sarebbe il tempo di seminare il grano
nei campi d’Ucraina.
Sarebbe tempo di pace,
sarebbe il tempo di raccogliere il cibo
di una terra coltivata.
Sarebbe il tempo di dare spazio,
alle stagioni,
il loro trascorrere,
lento e inesorabile.
Sarebbe il tempo della natura,
scende la neve in inverno,
il sole scalda i germogli in primavera.
Sarebbe tempo di pace,
sarebbe il tempo di non dimenticare,
di ricordare.
Di costruire,
di ricostruire,
di risollevare.
Sarebbe il tempo di mani,
occhi e volti,
sguardi che si intrecciano,
diritti che si fondono,
si infondano
in luoghi dove sono ancora negati.
Sarebbe il tempo
della gente comune,
di Russia e Ucraina.
Di Iran,
di chi ogni giorno è in lotta.
L’AUTORE
Andrea Figari è nato a Torino nel 1983 e ha conseguito la Laurea specialistica in Giurisprudenza presso la Facoltà di Torino. È autore fin qui di quattro raccolte, tutte pubblicate con Carta e Penna Editore: “Sentieri d’Esperanza” (2009), “Schegge di Rwanda” (2010), “ChiScac? Ovvero scacchi inVersi” (2013), “POeLITICA, Schegge di Poesia” (2020). Partecipa attivamente ad iniziative, incontri letterari oltre che aver ottenuto riconoscimenti in concorsi. Gestisce il blog: https://scheggedipoesia.wordpress.com/