
Appunti di poesia: Ottiero Ottieri | L’Altrove
Oltre non amare,
non lavora, poichĂŠ pensa.
Il suo lavoro è il pensiero perverso.
Pensa al lavoro comune come un inerziale
smarrimento del tempo.
Nulla del tempo può andare perduto
al sommo sovrano,
a Colui che necessita di libertĂ generale,
di vasto spazio, che aborre
leggi esteriori sciocche, che mai
può impegnarsi.
Le interiori leggi, sacre, ramificano in un tempio
largo quale un lago come il mare;
intatto come unâaltura dove la macchina
attende in libertĂ totale gli scatti interni,
le improvvisazioni previste.
Il pensiero perverso non ha tempo da perdere,
perde tutto il tempo nel mondo,
mira stranito il produttore di merci,
dâopere di âpensieriâ, di spassi.
chi è costui che al mattino si leva,
si lava
commette, annette attende
con normoforia lâimprevedibile vita?
Accetta
il discontinuo del mondo,
tollera!
Oh, questa relativa potenza
come misera sembra (come divina)
a Colui che necessita dellâonnipotenza
interminata, dello sconfinato Pensiero
(ossessivo), dellâattesa sovrana sul trono
mentale alto come un pimpinnacolo,
vigile periscopio cui nulla sfugge
del tondo orizzonte totale.
Il pensiero ossessivo buca il lavoro â
vizio dogmatico del mondo â
dâogni parte, lo sfarina, lo abbatte.
Egli ha il suo lavoro
straordinario.
Il comune lavoro
è una sorda
continuitĂ terrestre,
mancanza
del piacere mentale disperato.
Da Il pensiero perverso(Interno Poesia Editore, 2022)

