Estratto da “Inchiostro” di Giorgia Leuratti | L’Altrove
Persisterà l’idea
d’aver concesso
possibilità di salvazione.
O ancor meglio
grida d’aiuto,
varchi
per ogni cunicolo.
Ma le orecchie forse
si spaventano.
mal percepiscono
l’angoscia.
Se mi chiami
e atrocemente invochi
il mio nome,
io sono cemento.
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Mi dilato
mi diffondo
sulle cose che sospiro
inspiro
mordo l’aria
mi contamino col tempo
così da non guardarlo.
Le lucciole si nascondono
sotto le siepi.
Aspetto
lo sgranchirsi dell’alba
il lento flettersi
delle giunture
l’afflato tremulo
degli spifferi.
Attendo il non gesto
il non atto
il non detto
che possa fluire sghembo
dalla mia nuca
fin sulla schiena.
Di verecondo furore
di cupa angoscia
mi rivesto
e ribalto le mie viscere
sul soffio di ciò che sommerge.
Persisto
nell’udire il rumore del fuoco
per trarne
metafore mute.
Ho cercato
del midollo, il midollo.
Ho scostato l’impaccio
vagliato il tremito
ancor prima che spuntasse
sulla tua bocca.
Sorse e si spense
piegato dal gelo
dal ferreo tuo spirito.
Mi piaceva l’impaccio
e il taglio della tua fronte,
le ginocchia.
le falangi rovinate.
Togli dal mio capo
le mani intrise
d’olio nero.
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L’AUTRICE
Giorgia Leuratti nasce a Roma nel 1994. Nel 2018 si laurea in Lettere presso L’università degli studi dell’Aquila con una tesi sul drammaturgo francese Antonin Artaud, che sancirà l’inizio di un crescente interesse verso la scrittura e il teatro.
Tornata a Roma studierà critica teatrale presso L’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica diplomandosi nel 2020 con una tesi sulla figura del clown da Jean Starobinski a Pippo Delbono. Negli stessi anni comincerà a scrivere per la testata giornalistica Quarta Parete divenendo giornalista nel gennaio del 2022.
Dieci anni fa inizia una ricerca poetica e stilistica fondata sulla sperimentazione del linguaggio e sulla creazione immaginifica, originata da una visione della scrittura come mezzo vitale di urgenza espressiva.