Non era previsto che sopravivessimo: Mirtide | L’Altrove
Mirtide di Antedone (in greco antico: Μύρτις) fu un’antica poeta greca, presunta maestra di Pindaro di Tebe e Corinna di Tanagra vissuta nel VI secondo a. C.
Gli studiosi ritengono che fosse la prima nella linea di poeti lirici emersi dal distretto della Beozia (Antedone era una piccola città nel distretto della Beozia, che confina con l’Attica a nord-ovest).
Tutto ciò che si sa della poesia di Mirtide può essere desunto dalla parafrasi di uno dei poemi di Plutarco (lui stesso beota). Plutarco cita Mirtide come fonte della storia che spiegava perché alle donne era proibito mettere piede in un bosco sacro dedicato a un eroe locale, Eunosto, nella città beota di Tanagra. Evidentemente la poesia di Mirtide raccontava come una donna di nome Ochne, cugina di Eunosto, fosse stata respinta da lui e, in un impeto di rabbia e disperazione per il suo amore non corrisposto, disse ai suoi fratelli che Eunosto l’aveva violentata. Questi uccisero Eunosto, ma furono poi fatti prigionieri da suo padre. Ochne, compatendo i suoi fratelli, confessò la sua bugia; le fu permesso di andare in esilio e Ochne pose fine alla sua vita saltando da un dirupo.
Purtroppo però di questo poema o di altre componimenti della poeta non ci è pervenuto nulla.
Secondo la Suda, Mirtide era chiamata “dal suono dolce” da Antipatro di Tessalonica e “dalla voce chiara” da Corinna.
Antipatro di Tessalonica la incluse nel suo canone delle nove poetesse. A quanto pare, anche Corinna aveva criticato Mirtide, in quanto donna, per aver osato competere con Pindaro:
E io rimprovero Mirtide dalla voce
soave per il fatto che, sebbene
fosse una donna,
entrò in competizione con Pindaro.
Taziano, un retore itinerante del II secolo d.C. e apologeta cristiano, disse che una statua in bronzo di Mirtide fu realizzata dallo scultore Boisco.