Recensione: “L’ira notturna di Penelope” di Antonella Sica | L’Altrove
L’ira notturna di Penelope (Prospero Editore, 2022) di Antonella Sica è una silloge che si ambienta tra gli oscuri meandri dell’intima stanza di se stessi e le periferie della vita. È un percorso narrato dove la bussola è una biancastra luna che si veste talvolta di una luce sempre diversa assumendo un volto benevolo e femminile. La luna contiene gli stessi solchi interiori di questa donna dilaniata da ferite mute. Possiamo dire che entrambe si specchiano della vicendevole luce. Altro elemento cardine è l’acqua con il suo sciabordare che lava le ossa e la polvere che si posa sulla vita non vissuta di una donna ferita, posata (in un angolo e dimenticata come direbbe Ungaretti).
C’è una volontà di fotografare un percorso intimo di chi vive la vita scucendo e ricucendo la sua pelle adattandola alle vari fasi della vita, muovendosi all’interno di una quotidianità a metà “ho lasciato sempre/qualcosa nel piatto/pur avendo ancora fame” ma che ardentemente desidera la libertà e la scompostezza “ma ho desiderato correre/scomposta nei prati/e mangiare l’erba/solo per conoscerne il sapore.”
Tra i versi, è palpabile, il taglio. La vita spezzata e ricucita, tra ombra e luci, tra momenti transitori “in un cammino di dissoluzione” dove l’autrice s’interroga sulle cento donne presenti nel suo stesso corpo/mente. Una silloge che fotografa una crescita aprendo le danze “un respiro militare” e concludendolo con un “confine colorato”.
Un abbraccio alle varie pieghe dell’animo, per concludersi interi in un viaggio che ci vede tutti impreparati con passi imprecisi, ma per questo profondamente veri ed umani, a brandelli e sanguinanti ma con un raggio di sole sul petto.
Penelope, Eco, Selene, varie figure rappresentano talvolta l’essere femminile che non è mai immutabile e che va abbracciato intero ed accettato, non scordando la meravigliosa irripetibilità dell’essere. “Non essere. / non essere più/ se non qualcosa che si lascia essere/ ciò che è”.
Una lettura coinvolgente, consigliata a chi vuole riscoprirsi tra luci ed ombre.
Di seguito alcune poesie tratte dalla raccolta:
La notte bambina corre scalza per casa
ruba biscotti e lascia
briciole e tracce di pianto sul cuscino;
stringe il sole nel petto che brucia,
lascia orme di luce sui vetri
mentre libera gli uccelli dal canto
e il silenzio dal vento. Poi mi scivola al braccio, tenera ombra,
mi chiede di tenerle la mano
perché, dice, ha paura del buio.
Estraggo parole dalla carne,
schegge di una granata implosa
nelle viscere della mie nascita.
Non è il peccato originale;
è il contatto stesso del corpo con l’aria
che ha prodotto la deflagrazione.
e ogni giorno trascorso è una scheggia
conficcata nel corpo del tempo.
Mi appartiene per usucapione.
E ogni parola è custode del corpo
protratto nel tempo, fotografia
di un volto sfocato nella foschia
che ognuno potrebbe dire: “È la mia”.
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L’AUTRICE
Antonella Sica, genovese, è laureata in Lettere Moderne. E’ regista e manager culturale in ambito audiovisivo e cinematografico. Ha fondato e co-diretto il Genova Film Festival dal 1998 al 2015.
Ha diretto e realizzato cortometraggi di fiction e documentari selezionati e premiati in diversi Festival. Tra lavori realizzati Ballata Trash, cortometraggio con il poeta Edoardo Sanguineti.
Ha curato il libro‐intervista Claudio G. Fava – Clandestino in galleria (Le Mani 2003) e collaborato alla realizzazione dei volumi Le Immagini del G8 – Le strade perdute di Genova (Falsopiano 2002), L’immagine plurale – Documentazione filmica, comunicazione e movimenti di massa (AAMOD 2003), Le forme del corto. Rapporto sui corti italiani (Falsopiano 2007).
Ha ideato e organizzato festival e rassegne cinematografiche, tra cui X_Science: Cinema tra Scienza e Fantascienza e FIDRA (Festival Internazionale del Reportage Ambientale)
Nel 2014 vince il premio per la miglior silloge del concorso indetto dalla casa editrice Prospero Editore (pubblicata dal medesimo editore nel 2015 col titolo “Fragile al mondo”).
Nel 2017 vince il Premio Internazionale di Poesia Città di Milano con la silloge “La memoria nel corpo”, pubblicata l’anno seguente da Rayuela Edizioni.
Nel 2019 vince il Premio come Miglior Silloge al XX° Premio di Scrittura Femminile “Il Paese delle donne” con la silloge “L’ira notturna di Penelope” in uscita il 13 gennaio 2022 per i tipi di Prospero Editore, con la prefazione di Donatella Bisutti. Suoi inediti sono stati pubblicati da alcune riviste online e blog fra cui Inverso – giornale di poesia, Larosainpiù, Centro Culturale Tina Modotti, Poeti Oggi e Versante Ripido.