Non era previsto che sopravvivessimo

Non era previsto che sopravivessimo: Nosside | L’Altrove

Nosside (in greco Νοσσίς ) fu una poetessa greca ellenistica di Locri Epizefiri, nell’odierna Calabria.

Sembra fosse figlia della nobile Teofile, che visse nel periodo della guerra contro i Bruzi, all’inizio del III secolo a. C. e che fu contemporanea del poeta Rintone, da lei ricordato in un epigramma funebre. In un altro epigramma affermò invece di avere una figlia di nome Melinna.

La poesia di Nosside

Nosside è una delle poetesse greche della quale abbiamo oggi più frammenti di opere; sono in tutto dodici gli epigrammi a lei attribuiti conservati come parte dell’Antologia greca. Uno di questi poemi (conservato come AP 5.170) è modellato sul sedicesimo frammento di Saffo. Meleagro di Gadara menzionò Nosside nella sua antologia Στέϕανος (La Corona), dove la descrisse come una poetessa d’amore, sebbene solo uno dei suoi epigrammi superstiti riguardi questo tema.

Scrisse infatti principalmente epigrammi religiosi ed epitaffi. I suoi epigrammi furono ispirati da Saffo, con la quale ebbe una grande rivalità mista ad emulazione al tempo stesso. Potrebbe anche essere stata influenzata da Erinna e Anite di Tegea. Antipatro di Tessalonica la incluse nel suo canone delle nove poetesse che meritarono l’onore di gareggiare con le Muse, a conferma del fatto che fu indubbiamente la più importante poetessa della Magna Grecia.

La sua poetica, analogamente a quella di Saffo, costituisce un canto alla vita, alla bellezza femminile ed alla dolcezza dell’amore, evidenziando, comunque, la sua impostazione spiccatamente alessandrina, con raffinate allusioni testuali e contenutistiche al celebre modello saffico.
Nosside si distingue per la sua passionalità tipicamente magnogreca e per il fatto che in essa non mancano riferimenti alla cultura locrese.
La forte coscienza letteraria che si evince prettamente nel componimento in cui la poetessa si automenziona ed esplicita le sue affermazioni programmatiche, è una delle caratteristiche più forti della sua poesia:

Αδιον οὐδὲν ἔρωτος· ἃ δ’ ὄλβια, δεύτερα πάντα
ἐστίν· ὰπὸ στόματος δ’ ἔπτυσα καὶ τὸ μέλι.
Τοῦτο λέγει Νοσσίς· τίνα δ’ ἁ Κύπρις οὐκ ἐφίλασεν,
οὐκ οἶδεν κήνα γ’ ἅνθεα ποῖα ῥόδα.

Non c’è nulla di più dolce dell’amore.
Quale dolcezza lo supera? Sputo
anche il miele. Così Nosside dice.
Solo chi non è amata da Cipride
non sa quali rose siano i suoi fiori.

(Traduzione di Salvatore Quasimodo)

Questo componimento lascia pensare che esistesse una silloge poetica firmata da Nosside e incentrata su tematiche amorose che purtroppo non è arrivata fino a noi. La produzione conosciuta comprende, invece, epigrammi descrittivi (detti anche ecfrastici) che vedono le donne e, specialmente le cortigiane, protagoniste di offerte votive nei templi di Afrodite.

Nell’attuale cittadina di Locri, sul lungomare, è presente un monumento a Nosside, scolpito dall’artista Tony Custureri.

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