Estratti ed Inediti

Estratto da “Costruire nell’azzurro” di Giacomo Bottino | L’Altrove

Un crepuscolo di rame
s’abbrevia sui miei pensieri
e li oscura
in un incerto tepore d’anima.

Quando sui terrapieni
ardono i bracieri delle sentinelle
è troppo tardi per dare battaglia.

Dormiranno ancora gli Achei
per questa notte.

All’alba il carro del sole rifulgerà
trainato da un solo cavallo.

Oracolo


Di sola pace
avrei necessità
pace che vorrei eterna
se non mi rimordesse i visceri
l’ansia materna
della terra che m’arresta
esitante in prima istanza
ad una radice
innervata di speranza.

Tale, rasente e dibattuto
provo ogni giorno
il dolore acuto
che spunta e tempera
al profilar del sole
lo slancio di bramare
ad onta del morire
che alternative immaginose
non abbiano a finire.

Alternative


Cruda sarà la dimenticanza di noi.
Non oltre il crocicchio dell’addio

andranno i nostri affanni
che sino allora dureranno
come potenze di cuori introversi
come soldati infissi nell’oblio
mentre il sepolcro rigurgita vita.
Fino allora noi saremo
bandiere e ciclamini
di una rivolta di stelle.
Poisarà quel che deve.
Ma non cediamo
agli assalti del torpore
ora che la battaglia
annunzia l’olifante
e muove una tinèbra
tempeste di carezze.

Battaglia


Sperduto nel buio
mi tasto intorno
con un vincastro bianco.
Indefinito il fine
e il non saper che vale.
Mi passa accanto
la corriera dei trascorsi
più rapida del soffio
di una lama imponderabile.
Che senza un fine
la fine fosse il premio
all’impensabile dolore
di un gesto cieco irreversibile.

Di parole ne ho abbastanza.

Un silenzio mi fa sentire amato
nella palpabile distanza
di un amore mai provato
legame alla vita che tracolla
nella sua stessa effervescenza.
E da qui
sentieri tracciati
che convergono affluenti
sulla schiarita.

Die


Mi riconcilia la notte
con un senso profondo di vita
con la giungla di stelle
segnata da una via
che intuisco
di là dalla volta opaca.

Se il giorno si inchina
all’agenda dell’incertezza
m’inebria in quest’ora d’anima
la forza opposta
di un ballatoio d’estate
da cui signoreggia
l’ansia di una trascendenza

verso quel fine
impresso nelle mani
dove si leggono
i fiumi in piena del destino.

Ora d’anima

L’AUTORE

Giacomo Bottino è nato a Ivrea nel 1965, laureato in filosofia con una tesi sulla fenomenologia di Edith Stein, Giacomo Bottino è progettista e organizzatore culturale. Studioso e ricercatore di storia delle idee, dei fenomeni politici e dei movimenti artistici, è stato direttore del Teatro Giacosa di Ivrea e della Fondazione Circuito Teatrale del Piemonte. Attualmente è direttore artistico dell’Accademia della Cattedrale di San Giovanni preso il Duomo di Torino.
Ha scritto il pamphlet “Una modesta proposta per un partito dei cittadini” (Il Laboratorio, 1994); l’articolo di ricerca “L’identità politica del Piemonte” (Presidenza del Consiglio Regionale, 1996); l’ “Indagine sulle politiche culturali in Piemonte” (USAS-SAA, 1997); il saggio “Giuseppe Giacosa e il fascino discreto di una borghesia provinciale” (Grafica Santhiatese, 2006). In ambito teatrale è autore del testo “Il Segno”, commissionato dal Comitato per l’Ostensione della Sindone (1998); “Nel cortile, un giardino di rose“ dedicato a Josè Saramago e interpretato da Giorgio Albertazzi (1999); “In un volto che ci somiglia – viaggio nella Costituzione” con Monica Guerritore e Umberto Orsini, regia di Daniele Salvo, prodotto da RadioUno Rai e Rai 2 Palcoscenco in occasione del 60° anniversario della Carta costituzionale (2008). La sua traduzione dal francese de “La Divina Sarah” di John Murrell e Éric-Emmanuel Schmitt è andata in scena nella stagione 2017-2018 con Anna Bonaiuto e Gianluigi Fogacci, regia di Marco Carniti, e sarà ripresa nella stagione 2022-2023 per il nuovo allestimento di Daniele Salvo, con Lucrezia Lante della Rovere e Stefano Santospago

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