Riscoprire i poeti

Le più belle poesie di William Blake | L’Altrove

Il sorriso

C’è un sorriso d’amore
E c’è un sorriso della seduzione,
Un sorriso c’è dei sorrisi
Dove s’incontrano quei due sorrisi-

C’è un aggrottamento dell’odio
E c’è un aggrottamento di disdegno
Ed un aggrottamento c’è degli aggrottamenti
Di cui invano pensate di scordarvi-

Poichè a fondo nel profondo del cuore penetra,
E affonda nelle midolla delle ossa-
E mai nessun sorriso fu sorriso,
Ma solo quel sorriso solo,

Sorriso che dalla culla alla fossa
Sorridere si può una volta sola,
Quando è sorriso,
Ha fine ogni miseria.

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Gli auguri dell’innocenza

Vedere un mondo in un grano di sabbia
e un universo in un fiore di campo,
possedere l’infinito sul palmo della mano
e l’eternità in un’ora.


Non cercare mai di dire il tuo amore

Non cercare mai di dire al tuo amore
amore che mai non si può dire;
perché il vento gentile si muove
silenzioso, invisibile.

Ho detto il mio amore,
ho detto il mio amore,
le ho detto tutto il mio cuore;
tremante, gelido, in terribili paure-
ah, se ne va via.

Non appena se ne fu andata da me
uno straniero passò per caso;
silenzioso, invisibile
oh, non ci fu rifiuto.


Il Giardino d’Amore

Nel Giardino D’amore un giorno entrai
e vidi cosa mai veduta prima:
una Cappella eretta proprio al centro
del prato ove ero solito giocare.

Essa aveva cancelli ben sprangati,
‘Tu non devi’ era scritto sulla soglia;
io al Giardino d’Amore mi rivolsi,
che tanti fiori aveva generato;

e lo vidi di tombe tutto ingombro,
e al posto dei fiori v’eran lapidi;
e Preti neri intorno ad imbrogliare
tra spini i miei piaceri e desideri.


La tigre

Tigre! Tigre! Divampante fulgore
Nelle foreste della notte,
Quale fu l’immortale mano o l’occhio
Ch’ebbe la forza di formare la tua agghiacciante simmetria?

In quali abissi o in quali cieli
Accese il fuoco dei tuoi occhi?
Sopra quali ali osa slanciarsi?
E quale mano afferra il fuoco?

Quali spalle, quale arte
Poté torcerti i tendini del cuore?
E quando il tuo cuore ebbe il primo palpito,
Quale tremenda mano? Quale tremendo piede?

Quale mazza e quale catena?
Il tuo cervello fu in quale fornace?
E quale incudine?
Quale morsa robusta osò serrarne i terrori funesti?

Mentre gli astri perdevano le lance tirandole alla terra
e il paradiso empivano di pianti?
Fu nel sorriso che ebbe osservando compiuto il suo lavoro,
Chi l’Agnello creò, creò anche te?

Tigre! Tigre! Divampante fulgore
Nelle foreste della notte,
Quale mano, quale immortale spia
Osa formare la tua agghiacciante simmetria?

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