Estratto da “Mappatura dell’idrogeno” di Veronica Tinnirello | L’Altrove
Questi testi di Veronica Tinnirello assomigliano a un pack alla deriva: contengono immagini lastre di ghiaccio che si muovono sulla superficie di un mare polare. Leggermente sghembe, si giustappongono senza mai combaciare del tutto, nitide e insieme impenetrabili, fluttuano appena, portate dai venti, da correnti invisibili. Questa superficie di ghiaccio protegge la vita, con il suo contenuto che viene costantemente omesso, rimosso: «il bordo della stanza si sposta», appaiono dettagli, pezzi di un’esistenza che cerca di comporsi in una storia, confidando nel silenzio più che nelle parole, nella materia che impropriamente si dice “inanimata”, molto più che negli esseri umani.
Dalla postfazione di Franca Mancinelli.
a lato il margine bianco della morte. l’audio dei fiori ai guardrails
il loro veloce effetto di occhi chiusi. un nascondiglio per la madre.
la testa orologio batte le curve. c’è la strada
il suo contratto con la terra. anche il ponte a sud vorrebbe proseguire ma.
la costa è un cancello chiuso il mare. un pensiero improvviso
quando la mano incerta sul foglio non sa
linee a caso per. cosa dire. come battere la fine.
l’acqua ai fiori stelle in terra per la scienza. offri alla ricerca.
i bambini si ammalano. lo sanno genitori e clowns.
la narrazione delle foto sul tavolino custodisce
il silenzio è un sasso del Paleolitico. a cui appartieni.
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il meteo stasera impone un pezzo che combacia. riparo.
frigo aperto frigo chiuso. sulla porta i magneti del passato
luoghi da cui ritornano.
con le quattro calamite sta su anche la neve dell’infanzia.
se sbatti forte cade con le foto. la luce da pagare
contratti con la notte la sua semplicità di ruota e fuori il sonno.
si riavvolge così tanto che tutta stesa non c’entri.
le attese sono organi esposti domande in miniatura.
cammini sulla mappa del tappeto. un portone si apre da qualche parte.
il motivo grande. al centro. calpestato da una ripetizione
e nonostante tutto mai morto sgualcito.
porti la tua camicia migliore. microscopici fiori nodi
che non vogliono essere sciolti.
la catenina un silenzio maiuscolo tra i seni.
platea interno notte e il tuo corpo nel boogie woogie della morte.
guardare attraverso la crepa del vecchio muro. Fabbrica Forti 1882.
prima della seconda guerra l’ex villaggio operaio aveva tutto
sonno lavoro pronto soccorso il circolo vietato ai minori per le bestemmie
i canti e i pettegolezzi ai lavatoi pubblici le fonti d’acqua per tutti
ognuna con la sua guardiana contro lo spreco
il cinematografo accompagnato dal circolo mandolinistico una storia
[sentimentale
il primo film l’altalena solitaria appesa all’abete di moscovia la pescaia il paese tutto lì
un pò dentro un pò fuori la fabbrica murata con materiale lapideo e laterizio
solai in legno aperture ampie architravate le case per gli operai che s’incontrano a turni
fatte dall’azienda tutte uguali appena entri i salotti a sinistra la cristalliera e il divano
per chi può chi ha meno invece solo la vetrina tavolo e sedie forse una guida
per non sporcare e un cristo o una madonna in cima alle scale con i fiori e tutto.
e la piazza prima di te senza nome. solo piazza.
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L’AUTRICE
Veronica Tinnirello nasce a Firenze nel 1980. Laureata in Storia del teatro all’Università La Sapienza di Roma e in Filosofia antica all’università di Pisa, si specializza all’estero presso l’Università Nuovelle Sorbonne, Paris III. Ha pubblicato una raccolta di interviste “Naira Gonzalez, La voce che disegna l’orizzonte”, Editoria&Spettacolo 2006, la raccolta di racconti “Gli angeli vanno a dormire presto”, Coniglio Editore. Insieme a Francesco Tedeschi e Mariano Rose ha scritto la sceneggiatura di “Ouroboros” in Dylan Dog Color Fest n°11, Bonelli editore 2013. “Polaroid stile impero” è la sua prima raccolta di poesie (Raffaelli Editore, 2013, segnalata al Premio Anna Osti 2013 e finalista al Premio Camaiore 2014 Opera Prima). Ha curato e condotto il progetto radiofonico “Il Rubino”, sulla poesia contemporanea per Radio Città del Capo di Bologna e insegnato italiano. Con la silloge “Mappatura dell’idrogeno” si è classificata al secondo posto nella XIX edizione del Premio InediTO – Colline di Torino 2020.