Estratto da “La foresta dei cedri” di Francesco Costa | L’Altrove
Asce di guerra
I morti che non abbiamo seppellito
i sepolcri mai profanati
e le asce di guerra rimaste sottoterra
nei cortili della nostra infanzia,
le lacrime che non ci hanno versato
e le budella ben salde nella pancia
siamo l’ombra
che proiettiamo
sulla terra
degli altri
ed è presto mezzogiorno.
Cipango
Ti troverò
nella foresta dei cedri
lì dove tutto è quieto
e intoccato
dall’inizio del tempo
distesa nella valle
che percorre l’eternità,
metterò a tacere
le grida
di dei ed animali immaginari
immaginati
metterò a sedere gli otto venti
con colpi brutali
vibrati per uccidere
e andremo a vivere nella lontananza
alla bocca dei fiumi.
Furto
Ho iniziato a morire
presto
dopo tutto,
a qualche chilometro di troppo
ad est del mare
lurido e bellissimo
che mi fu assegnato
gioia moribonda
rubata
sicuramente
a qualcuno.
Scompartimenti
Incastrati
tra due scompartimenti
o in coda alla cassa
a far passare la vita
in qualche modo,
basta a volte
un momento
e ci si dimentica
come
di respirare
e c’è un qualcosa di grande
che schiaccia lo sterno
e preme violento
sul muscolo cardiaco.
Teofania dei ciliegi
Sono maturati
infine
i ciliegi
e li abbiamo osservati
sfiorirsi
secondo natura
la voragine
ha sempre sete.
L’AUTORE
Francesco Costa (Belluno, 1992) vive a Venezia – dopo essere transitato per Gorizia, il Belgio e la Francia, dove ha partecipato al movimento libertario lionese e lavorato come ricercatore presso il poeta e sociologo anarchico Mimmo Pucciarelli. Laureato in Scienze Internazionali e Antropologia, si occupa di fotografia, pittura e parole. I suoi versi sono apparsi in riviste online («Poetry Factory», «Il Visionario», «L’Altrove») e stampate («210A»), i suoi lavori sono raccolti nel sito thisminimalshit.com e nel 2020 Ensemble ha pubblicato Cipango, il suo primo libro di poesie.