Poesie scelte di Ewa Lipska | L’Altrove
Il Bing Bang
Forse è ancora vivo qualcuno
che è stato complice
della creazione di questo mondo?
Un artigiano. Un orafo.
Un meticoloso orologiaio.
(Lascio da parte
divinità taumaturghi bari).
Forse è ancora vivo il cameriere
che lo ha servito su un vassoio
simile alla pinna
di un disco volante?
O forse è ancora viva la miccia
che ci ha spostati verso il rosso?
(Secondo Edwin Hubble).
Una vecchia fune di canapa.
Uno sbeffeggiatore di fuochi d’artificio
e di girandole.
È sempre nei paraggi
dei nostri
incontri pirotecnici
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Un verso randagio
Un verso randagio vagabonda
nella materia oscura della carta.
Non ha padroni. L’autore l’ha lasciato
in balìa del destino. Orfano di parole.
A volte
i versi sono come cani abbandonati
che abbaiano alla poesia.
Il mondo
A volte sei bello. Un vestito cosmico.
Un guardaroba celestiale di paesaggi.
Del tuo corpo si occupano gli eruditi.
Gli studiosi degli elementi.
Qualcuno prevede sempre la tua fine.
Non hai parenti stretti. A chi
lascerai tutto questo? Pianeti ficcanaso
forse ne avrebbero voglia.
Sei eterno? L’odore
della stagione morta lo nega.
La menzogna a volte ha ragione.
Ce la farò senza di te.
In fondo non mi hai promesso nulla.
Non so nemmeno
se è la storia che ha creato noi
o se noi abbiamo creato la storia.
Se siamo solo l’eco
di un cuore altrui.
Poesia
Cara signora Schubert, è un bene che ci sia ancora
un paese così, che è dappertutto, e si chiama Poesia.
Testimoni
Sempre meno testimoni
potrebbero confermare
che questa era una vita
con una fabbrica d’amore.
Che questo era un paese.
Una strada. Un numero.
Un vento che spargeva schiuma di latte.
Che erano ragazzi
di un’altra dimensione.
Ragazze a sirene spiegate.
La storia rendeva
false testimonianze.
Il tempo si scostava dalla verità.
I morti si sono avvalsi
della facoltà di non rispondere.
Gli eredi
non hanno chance.
Da Il lettore di impronte digitali, Donzelli Editore, traduzione a cura di Marina Ciccarini.
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