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Recensione: “Non so se ho scritto troppo sull’amore” di Antonio Bianchetti | L’Altrove

Non so se ho scritto troppo sull’amore – un altro passaggio dai giardini di ponente – di Antonio Bianchetti (Quaderno dell’Àcàrya) è una raccolta poetica che celebra la grande capacità d’amare e irradia l’intensità di una luce infinita e di una visione del mondo in cui la bellezza, la corrispondenza spirituale, l’estensione delle emozioni sono l’incarnazione della prospettiva umana del bene.

Antonio Bianchetti condivide la sintonia emotiva e l’inesauribile essenza della poesia, indica la connessione del cuore, oltrepassa le distanze terrene, orienta la sostanza e la radice dell’incisività universale dei sentimenti. Il poeta spiega l’efficacia espressiva della malinconia, concentra nelle pagine l’esposizione esistenziale della nostalgia, traccia l’incessante ritmo della corrente del tempo. La struttura elegiaca dei testi si compone della direzione esclusiva dei punti cardinali, conduce l’elemento simbolico del cammino in una traiettoria sensibile per riportare alla memoria gli scenari di un viaggio interiore, per orientare il passaggio delle contraddizioni impulsive della vita, per osservare e determinare la passionale frequenza della sfera affettiva.

La poesia di Antonio Bianchetti declina la validità generatrice della viva dedizione alla ragione del cuore, rinnova la componente metafisica e spirituale della quotidiana intimità, evidenzia la sintonia e la complicità mentale nei confronti dell’incondizionata meraviglia dell’anima, la definizione della magica confidenza della sensualità, il principio decifrabile dell’innamoramento. Il legame indivisibile con l’universo carezzevole dell’amore avvicina alla necessità fortunata dell’eredità romantica, allo sconfinato, imponderabile segreto dell’eternità, traduce il contenuto corporeo delle avversità, affronta gli ostacoli impenetrabili delle incomprensioni e le difficoltà dei silenzi arrendevoli. L’assenza subita identifica l’inevitabile inquietudine e la profondità del disorientamento, ma regala anche lo strumento indispensabile per riconoscere la propria consapevolezza e difendere la propria esperienza nella previsione straordinaria di una sfida individuale, nel sostegno compiuto di un distacco e di una successiva, nuova vicinanza. Antonio Bianchetti non ha scritto troppo sull’amore, ha comunicato il suo inno alla vita, accolto la fragilità pulsante del ricordo, concesso la continuità della presenza amata nello spazio inesauribile della speranza. Non ha mai allontanato l’affermazione del futuro, ha percorso il destino presente per non dimenticare l’elogio della fiducia nella rinascita, la provenienza delle stagioni dell’esistenza, scandite dal dinamismo dell’equilibrio introspettivo dei desideri. Il libro è impreziosito dalle suggestive fotografie del mosaico con la rosa dei venti impresso sul lago di Como, a simbolo dell’intuizione delle coordinate spazio temporali, nel saggio significato della guida e nella protezione della forza di volontà. Nella chiave di lettura del percorso il poeta incontra l’incanto dell’arte elegiaca, percorre la spontaneità, la dolcezza e la gratitudine dell’ascolto, in linea con la gentilezza e la generosità concesse a ogni destinazione della passione.

BALCONE VISTA MARE

Questo orizzonte ci sorprende
fin dove lo sguardo
incontra il respiro
della vastità

e su quello che si avrà
il panorama vissuto
ci rinnova gli auguri
fin dove possiamo vedere
oltre il confine
di un giorno
al di là
dei nostri giorni futuri


IL SERVITORE MUTO

Ho posato gli occhi
sopra la fine del giorno
che ricomponi piano
insieme al vestito
accarezzato
dolcemente con la mano
insieme alla premura
di fare un po’ di ordine
dentro a queste ore buie

Poi ci fermiamo a guardare
come se questo panorama
fosse ancora
un orizzonte da indossare
come se la notte
non volesse mai arrivare
messa da parte
insieme agli ultimi indumenti

Lasciata sola nell’eternità
di questi pochi gesti
insieme ai colori
dei nostri movimenti


EPITAFFIO

Parlavamo sempre dell’eternità
ma ora il nostro cielo
ha misure troppo piccole
per ascoltarti
troppo grandi
per cercare di abbracciarti


LA VITA È UN’IPOTESI BELLISSIMA

Non è la sera
che respira d’ombra
una solitudine diversa
ma luce che non tramonta
dentro
negli angoli di un mondo
dove cercarti è sogno
aria
e altro ancora
E sono tanti i nomi
che daremo al buio
se il nostro sole
non si fosse fermato
per essere nel cuore
un altro mattino da ricostruire

La vita è un’ipotesi bellissima

tutto il resto
è amore che ci sfugge
e sorge ancora
dentro


UNA FORZA MAI ARRESA

Qualcuno mi darà da bere
e l’alba mi giudicherà
se il viaggio ricompone
giorno e notte
in questo errare
dentro una certezza

La dolcezza sarà
come il bacio del crepuscolo
diviso
nella moltitudine di questa attesa
per ogni aurora che vedrà
un altro andare

Insieme ai venti sceglierò i semi
di una forza mai arresa
verso l’aria di levante
per dire al sole
che germoglierò
come ad ogni primavera

per dire al tempo
che ritornerò
prima della mia sera

A cura di Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti”
https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti/

L’AUTORE

Antonio Bianchetti è nato a Forlì, si è diplomato all’ Istituto d’ Arte ed oggi lavora in un’azienda alimentare di Como.
Ha pubblicato i seguenti libri: “Cinquanta milioni di Marylin Monroe non possono sbagliare” del 2002 (Ikona Edizioni); “Asheton Road (una radio-suite)” del 2004 autoproduzione Metallic (K)rhymes, e appunto “Esilio di sicurezza” del 2008 (Lampi di Stampa Editore). È socio del “Gruppo Àcàrya” da molti anni e attualmente è il presidente dell’associazione.

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