Estratti ed Inediti

Inediti di Lucrezia Lombardo | L’Altrove

Il nido dei gruccioni

Io sono appartenuta a questi paesaggi
che poi ho abbandonato

Era
il candido manto delle nubi
sopra di te
e il maggio di voci
nel celeste darsi degli spazi aerei,
nei frammenti di cuore che avevi lasciato
sul portico dei glicini.

Luce di vero-
ti minaccia la semplicità del canto
nelle primavere di loro vite,
si dà nella distesa erbosa,
nella gioia del volo di uccelli migratori-
danzanti estati dei padri
e dei padri dei loro padri,
ma di lassù
incombe il noncolore
e cela i suoni di festa
come una madre gelosa
i figli.

Tu vaghi tra i ruderi
aprendo
vuote porte.


La realtà infranta

Si perde lo sguardo
negli sprazzi di mattino
che i rami dischiudono,
è l’inverno amaro
ostacolo all’ardimento insofferente
dei ragazzini
che frugano nel tedio delle nebbie
in cerca della loro
già trascorsa
infanzia,
l’arsura inquieta
delle estese colline d’argilla
è il loro volto acceso
sulle cose.

In questo silenzio d’alba,
nel volto ingrigito delle città
che scorrono come frammenti
sullo specchio lesto
del viaggio,
mentre è d’intorno tutto
un affaccendarsi,
un’agire che assommi in sé il senso,
dorme la mente,
abbraccia un altrove di riverberi,
cessa di riunire
e s’immerge nel non avuto,
nel non fatto,
in ciò che non avvenne:
felicità di chi
la realtà ha infranto.


Fanciullezza

T’abbuiano gli introvati luoghi:
come non li conoscevi
l’hai rinvenuti,
privi di voci, ricoperti di strade
dense d’erbe amare.
T’incammini tra i riarsi ciottoli bianchi
per la via sporgente
su cui s’invetta la scolorita pieve
che guarda con distacco
alla pochezza della terra
mentre grigia si rifionda negli usitati errori.

T’innalzi
tra i resti sentimentali e vivi
d’un passato che fece
di questi umili spazi di verde
domeniche d’incontri,
echi di scomposte risa,
corse irrefrenabili dei vent’anni
quand’è il futuro tutto in un’idea,
nelle promesse delle albe di campagna,
nei silenzi interminabili
dei diletti amici
che sostano sullo steccato
rivolti verso il sole che se ne va.

Io ero
tutt’assorta in te,
china ad osservar lo sguardo che rinviene
nei vuoti luoghi
tracce di preteriti amori,
gesti d’antiche usanze
deposte tra le colline che attendono
nude
sotto il balzo dell’incosciente vortice
di rondini rapite dall’arsura.

La tua storia
continuava a esistere nei nomi
di Ester e Alfiero,
in una casa dissestata a lato della chiesa,
tra le estive danze dei contadini,
nei passi d’un padre chino e
della donna che non s’arrendeva
al suo fianco,
negli occhi aguzzi d’un prete
che conversava in greco.

L’infanzia di chi appartiene
a ciò che non ha scelto,
l’autunno che risorge-
il mondo è chiamato a nuova vita
e a un tempo
che non conosce passato.

L’AUTRICE

Lucrezia Lombardo è autrice di libri di poesia e narrativa. Ha pubblicato le sillogi La visita (2017), La Nevicata (2017), Solitudine di esistenze (2018) ed il saggio L’alunno. Tutto ciò che la scuola non ha il coraggio di rivelare (2019). Alcuni inediti ed articoli dell’autrice sono usciti su riviste letterarie nazionali ed internazionali e sono in corso di pubblicazione.

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