Riscoprire i poeti

Poesie scelte di Remo Pagnanelli | L’Altrove

Ci incontreremo di nuovo
e sarà un modo diverso di vedersi
e di toccarsi (del resto i nostri corpi
non erano cose da vedere nemmeno in vita,
meraviglie di decrepitezza).
Di sicuro ci sarà nebbia e farà freddo,
comunque spero di stare solo, senza
nessun intermediario, per riannodare
una certa storia con te, d’amore
dopo la vita…

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Mia ombra mio doppio,
talvolta amico ma più spesso
straniero che mi infuria ostinato,
mio calco che nessuna malta riempie,
fantasma appena colto,
di te ho centinaia di fotogrammi
sfrenati dalle corse, trattenuti
nelle reti, mio ombrello protettivo
paratutto, già cieco già binomio d’altro,
convengo con te quel che segue.
Niente di umano scoperchia la follia.


Biglietto da viaggio

Spesso in una voliera sognami.
Sarà grande garantirà per me
questo splendore, parti pure e
non interrogarti (questione di
attimi e scorderai).


mi addormento nel pensiero, non di te,
ma nel pensiero stesso, forse di lui
ma non necessariamente…


Appunti da un sogno di amore borghese

Quindi significa che…
che significa?

Sbottonati fino all’osso, smidollati dalla fatica
attendevamo e proprio tu, l’ultima
della fila, che non faceva cenni
non celiava e non parlava
proprio te
chiamarono e sull’autobus
all’ultima fermata della sera
senza girarti, ormai senza gioventù
senza età o meta apparente (inarrivabile
dentro al fazzoletto ti guardavo)
andavi via.

Che quartieri, che terrazze avevamo traversato
insieme come due amiconi, dandoci
pacche sulle spalle e colpetti di tosse per insofferenze
di nessun conto…

(da questo momento
la ricostruzione diventa difficile)
altre scale… e terrazze nell’ombra… quartieri
assonnati, pianure di strade da fare
e fatica una maledetta fatica nell’invidia
della morte altrui
della perfezione che in qualche modo
gente da quattro soldi galleggianti in vita
agguantata la calda maturità
raggiunsero
con congruo anticipo sulla pensione
e quanti di essi ad applaudire le belve
ad insultarci mentre sorseggiano acque amaranto
nei loro giardini e svaniscono i non curanti distolti da altro,
e che svaniscano,
ormai tutte le porte sono chiuse e gli occhi
anche quegli occhi impauriti, sgranati dallo sconcio [continuo
si riuniscono all’uscita del tunnel
in previsione della città tentacolare, faro o bolla
della tranquillità all’orizzonte,
che ci resta da raggiungere…

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