Recensione: “Dizionario delle notti” di Iuri Lombardi | L’Altrove
Opera poetica Un fremito di verdeluna, quella del poeta Antonio Cerquarelli, mostrante la luna come biblico salmo dalle purpuree melodie battezzanti e purificanti suicide emozioni etiche, furenti eroticità analfabete, decrepite lacrime ferenti e degradate ombre arcobaleniche, come nelle poesie Custodisci in te il seme della febbre e Le cose sono sagome sfumate dall’opera poetica Dizionario delle notti del poeta toscano Iuri Lombardi (Firenze, 1979). Ferite etico-sociali, queste, come muti silenzi sordi e inemotivi canti esistenziali, in quanto, cibati con lacrime sociali animate da timidi sentimenti ignudi, paurosi pianti cimiterialmente gioiosi e librari tifoni schiaffeggianti sahariane emarginazioni interiori. Lacrime, ovvero abissali sguardi cinerei, puerili emozioni notturne e demoniaci cammini addormentati come in Fresca la notte fuga l’estate, un odore di terra calda edifica e Si era solo abbacinato alla luce (Iuri Lombardi). Lacrime queste, come incolori fotografie popolate da palpitanti nostalgie emotive e cristalline melodie piovane, che purificano straziati urli materni causati da scialbe parole figliali infettate con aspre indigenze alimentari, quotidiane melmosità sociali e pentimenti economici, come in Sarebbe bello se il nostro carteggio o La nostra estate è degli altri, non di noi (Iuri Lombardi). Platoniche lacrime in poche parole, come in Odỳsseus e La Tua Libertà (Francesco Guccini). Sacrifici lombardiani, come convogli ferroviari che percorrono viaggi come in La sera si stende tirando funi (Iuri Lombardi). Puerili emozioni fanciullesche o innevati fiori primaverili, dipinti in Nel pomeriggio un nugolo di gente (Iuri Lombardi).
Versi lombardiani colmi di dolore, contemplativi come Il tramonto nei miei occhi (Simone Principe). Campagne abitate da contadini cibati da lacrime ed emarginazioni spirituali, poiché Dio è ormai un secco frutto inemotivo come in La zappa picca pane pappa. Notti, quelle lombardiane, come intense lodi verso la celeste Maria asciugante stolte lacrime, riscaldante fragili cuori, colmante spirituali vacuità e rinvigorente smorciate esistenze, come Ave Maria (Marco Bordini) e Libertà. Esistenze serali profumate di sincerità intonanti goliardiche e goderecce serenate d’amore purificanti fumosi disguidi, come negli stornelli A sera, Serenada sampiedrina e Inconmprensió (Marco Bordini). Belliche separazioni mutanti accecanti amori interiori, sotto forma di cineree emozioni inguardabili come in La pora Giulia. Notti lombardiane come inemotive, insensibili, aspre, selvagge e fangose dimenticanze segreganti fanciulleschi risi, come Oblio e Sorrisi (Clelia Moscariello). Notti lombardiane, ovvero affilate strade suicide partorienti aspre gang bang dagli ignudi orgasmi dannunziani emarginanti palpitanti emozioni gitano-zingaresche, come in On The Road-Teogonia (Vito Santoliquido) e Spogliati e spogliami, Una fontana senz’acqua (Nicolas Pieroni). Ed ancora energie adolescenziali picchiate, stuprate, vituperate e soffocate da vetuste genitorialità, come Madre-Padre (Marco Bagnerini). Notti, queste, come l’opera poetica Jesi ieri (Marco Bordini) e la poesia Supplica a mia madre (Pasolini). Notti lombardiane, ovvero Canto dell’Attesa (Luigi Finucci) e Le scarpe del flâneur (Jonathan Rizzo). Notti lombardiane, ovvero balsamici amori curanti interiori ferite, puerili riminiscenze fanciullesche e primaverili lenzuola lattee profumate, come nelle canzoni Caro amore, Incredibile appuntamento, Era casa mia, Accendi l’anima, L’amore è sempre amore, Raccogli l’attimo. Notti anzi notte lombardiana, come francescana dipartita eternamente proteggente-purificante onesti, buoni e pii Uomini vissuti nel nome di Dio come nella preghiera Cantico delle Creature (San Francesco d’Assisi). Notte lombardiana inoltre, come specchio riflesso del mio sanguinante cuore perché da tempo rubato nei suoi sorrisi, offuscato nei suoi arcobaleni, picchiato nei suoi affetti, “stuprato” nelle sue verginità, deriso nelle sue intellettualità e calunniato nelle sue intime affettuosità psico-sessuali. Animo più precisamente, come un doloroso pianto inascoltato e gettato dentro sordi e muti venti mutati in pugni nell’anima, come nelle canzoni Un sasso nel cuore e Un pugno nell’anima. Cuore infine il mio, sempre nell’attesa del purificante, fresco, curativo, battezzante abbraccio del padre Dio donante l’eterna Pace quotidianamente ricercata, pregata e desiderata come nelle canzoni Padre Nostro, Io ti cerco e E se tornerà.
L’AUTORE
Iuri Lombardi, poeta, scrittore, saggista e drammaturgo, è nato a Firenze nel 1979. Pubblicazioni: Briganti & Saltimbanchi, SiriS, 2006; Contando i nostri passi. Da mezzanotte alle sei, Romano Editore, 2009; La Sensualità dell’erba, Biondi, 2011; Iuri dei Miracoli, Photocity.it, 2013; Il grande bluff, Lettere Animate, 2013; La camicia di Sardanapaolo, Talos Edizioni, 2013; Il Cristo disubbidiente, Photocity.it, 2014; La spogliazione. Dramma dialogato in versi, Photocity.it, 2014; Soqquadro. Rappresentazioni improbabili di scene vere, PoetiKanten, 2015; Black Out. La somma dei giorni, PoetiKanten, 2015; Mezzogiorno di luna, 96 Rue De-La-Fontaine Edizioni, 2016; Lo zoo di Gioele in I grilli del Parnaso. Alterne Stratificazioni, PoetiKanten, 2016; Il condominio impossibile, PoetiKanten, 2016; Il sarto di San Valentino, Ensemble, 2018; I banditori della nebbia, LFA Publisher, 2019; Dizionario delle notti, Arcipelago Itaca, 2020.