Estratto da “La forma dell’amore” di Mariella Balla | L’Altrove
Accolgo
Accolgo il paese straniero
della mia anima
con braccia spalancate
e nessuna difesa
Mi faccio timone per sentire solide
le mie radici
ormai scavate nella mia pancia
Esercito la tenerezza degli sbagli
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Amore di carta
Sono qui col tuo amore di carta
appallottolato in mano
Ti sei masticato il mio cuore
non me l’hai restituito neanche spezzato
Io che non ho un cuore di riserva
Io che ho allattato la tua disfatta
con la mia fame d’amore
Sono condannata
a una solitudine precoce
col diavolo e l’angelo che si contendono
la mia natura
Non sopporto questa finta pace
che mi alloggia e mi schianta
e che neppure mi riguarda
Illusa col mio sonno
di non esistere
Proverò col fuoco della mia chimera
ad accendere le scintille
che ancora mi abitano
Proverò!
Spero di non scatenare un incendio
Brucerei
Maledetta la mia fame
Ci sono cose
Ci sono cose
che non direi a nessuno
neanche da morta
Ma da morta
mi toccherà mentire
se voglio andare in paradiso
Spero in un San Pietro
tollerante
Il vuoto
Era talmente profondo il vuoto
che la abitava
che aveva dovuto chiamarsi
a gran voce
per essere certa della sua esistenza
Battere la testa sul muro tre volte
aspettando la risposta
Poi che avvenne?
Poi non si sa
Forse svenne
Ombra
Non so far poesia
se non all’ora tarda e buia
quando la notte
agita i suoi venti.
O all’alba implume
quando la mia anima
è embrione
C’è sempre un’ombra
che mi segue e mi contorna.
Un’ombra che mi confonde
e mi stana
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L’AUTRICE
Mariella Balla è nata a Moncalieri nel 1957.
Appassionata di scrittura e arti, ha fatto parte di compagnie teatrali e spettacoli
Lavora clme dietista e ha lavorato in ospedali e come educatrice.
Ha esordito con la raccolta di poesie Navigare a vista, Edizioni La Gru. La forma dell’amore, Controluna, è il suo secondo libro.