Recensione: “Lo zoo di Gioele” di Iuri Lombardi | L’Altrove
Poesia e Realtà: De-Costruzione!
ELP, Tarkus e Jean-Michel André Jarre, Oxygène, Équinoxe! Artisti e album, questi, che hanno mutato la poesia musicale di quei tempi sostituendo l’Io attraverso spartiti aggressivi e note oscure, con i Sé cioè i Voi su tematiche sociali, filosofiche, esistenziali e interiori sulla quotidiana realtà di tutti i giorni, come fatto dalla letteratura americana nelle antologie poetiche di Allen Ginsberg-Edgar Lee Masters. Rivoluzione musicale e letteraria riguardante anche l’Italia, come dimostrato da Fabrizio De André nell’album Anime Salve, Alice nell’album Park Hotel, Teresa De Sio nell’album Un libero cercare, Vasco Rossi nell’album Gli spari sopra, Antonio Castrignanò nell’album Fomenta, Antonio Cerquarelli nell’opera poetica I calanchi del tempo, Carlo Carabba nell’antologia La prima parte. Poesie 2001-2020, Danilo Mandolini nell’opera poetica Anamorfiche, Dimitri Milleri nell’opera poetica Sistemi e da Simone Principe nell’opera poetica Aria pulita al risveglio, ma soprattutto nell’antologia poetica 2012-2015 denominata Lo zoo di Gioele del poeta Iuri Lombardi.
Voi, quello del fiorentino, che ci mostra la quotidiana esistenza, come un sadico specchio riflettente la realtà con le sue insicurezze, paure, dipartite, ferite, sessualità e plastiche emozioni, ma soprattutto, con terre creature denominati Uomini dalle facce simili a quelle rappresentate dal regista, sceneggiatore e produttore cinematografico Brian De Palma in Il Fantasma del Palcoscenico, ovvero visi schiaffeggiati da stridenti piogge acidule, che partoriscono inconsolabili urla psichiche e folli carnalità sociali. Realtà, quella lombardiana, che si muove dall’inizio alla fine attraverso l’immagine poetica della pioggia, come ferente pianto animalesco lacerante arborei soli emotivi e ansimo picchiante dubbiose amicizie etiche, mai in particolar modo infettante polverosi cammini sepolcrali come mostrato nella poesia “Gli anni della pioggia” tratta dall’opera La prima parte. Poesie 2001-2020 del romano Carlo Carabba. Pioggia, questa, come cristallina luce saracena incarcerata in esplosivi tramonti e cadaverica salsedine affogante meretrici passioni, come nelle canzoni “Come le onde del mare” tratta dall’album Il valzer di un giorno del piemontese Gianmaria Testa e “Onda su onda” tratta dall’album Una vita in musica del genovese Bruno Lauzi. Pioggia questa in poche parole, come spettrale energia mutante frenetiche Primavere esistenziali in sbarrate lapidi sepolcrali sequestrate, poiché sbeffeggiate avidamente e lacerate da crepate acquasantiere animate da purulente fragranze apolloniche e cadaverici soli senili con carnali membra lacrimanti vacui sospiri, ovvero fiumi riflettenti gorgoniche tenebrosità interiori assetate di pure, fraterne, innocenti e compassionevoli altrui emozioni balsamiche, come nella canzone “Il Fiume” tratta dall’album Solo Nomadi dei Nomadi di Augusto Daolio. Quotidiana realtà, quella del fiorentino, come inaffetiva rossa polvere metallica arrugginita e attraversante chimerici boschi aerei marittimi, con nomadi passi gitani alla ricerca di un senso all’interno della sua quotidiana esistenza popolata da paure e incertezze come mostrato in “Polvere” tratta dall’album Polvere del milanese Enrico Ruggeri, “Sentieri” tratta dalla raccolta poetica Aria pulita al risveglio dell’isernino Simone Principe, “Nomadi” tratta dall’album Park Hotel della forlivese Alice e “Un senso” tratta dall’album Buoni o cattivi del zocchese Vasco Rossi. Realtà in conclusione, questa, che si mostra come solitario canto d’usignolo soffocato da inconsumabili affetti, solitario baccanale violentato nel rispetto etico e solitario mutismo dal cammino suicida, ma in particolar modo Preghiera alla Beata Madre e Vergine Maria udente le terrene sofferenze con occhi affogati in oceani di lacrime, come illustrato nelle poesie “Solitudine-Una preghiera” tratte dalla raccolta poetica Un fremito di verdeluna del sassoferratese Antonio Cerquarelli.
Alcune poesie da Lo zoo di Gioiele (PoetiKanten, 2016):
I
(…) Oggi il mondo pare vada a ritroso.
È il cavo dell’acqua a deciderne
la sorte. Il padreterno non è più
padrone dell’infinito. Non contiene
suo malgrado il fiume, il vuoto
di un’assenza ricamata a lutto.
Sul letto di scampoli e rena l’astice
allunga la benna meccanica
ma stenta a dragare: la città ne è piena.
(dalla poesia “La città senza Dio”).
II
(…) Il sipario si rompe ed un latrato di cani
lacera la tenda verde di quando rapido
il sole si affaccia ma non smette di piovere.
(dalla poesia “Intervalli di pioggia”).
III
(…) Qualcosa morì in quella stagione,
venne sbarrata con i sigilli
la porta di casa. Nessun rumore
ci fu per le scale. Nessuno più sali.
(dalla poesia “Apologia di un cattivo”).
A cura di Stefano Bardi.
L’AUTORE
Iuri Lombardi, poeta, scrittore, saggista e drammaturgo, è nato a Firenze nel 1979. Pubblicazioni: Briganti & Saltimbanchi, Edizioni SiriS, 2006; Contando i nostri passi. Da mezzanotte alle sei, Romano Editore, 2009; La Sensualità dell’erba, Biondi Villa Castella, 2011; Iuri dei Miracoli, Photocity.it, 2013; Il grande bluff, Lettere Animate, Tricase, 2013; La camicia di Sardanapaolo, Talos Edizioni, Castrolibero, 2013; Il Cristo disubbidiente, Photocity.it, 2014; La spogliazione. Dramma dialogato in versi, Photocity.it, 2014; Soqquadro. Rappresentazioni improbabili di scene vere, PoetiKanten, Sesto Fiorentino, 2015; Black Out. La somma dei giorni, PoetiKanten, Sesto Fiorentino, 2015; Mezzogiorno di luna, 96 Rue De-La-Fontaine Edizioni, Follonica, 2016; Lo zoo di Gioele in I grilli del Parnaso. Alterne Stratificazioni, PoetiKanten, Sesto Fiorentino, 2016; Il condominio impossibile, PoetiKanten, Sesto Fiorentino, 2016; Il sarto di San Valentino, Ensemble, Roma, 2018; I banditori della nebbia, LFA Publisher, 2019; Dizionario delle notti, Arcipelago Itaca, Osimo, 2020.
La foto del poeta è pubblicata con il suo permesso.