Estratto da “Anime fradice” di Margherita Fabbri | L’Altrove
5.
il vento ha carezzato via i tuoi zigomi
non sei più
che spaesato, ingrato tramontare.
8.
Ho paura di questa parola.
È seduta all’altro capo del letto.
L’ho morsa ieri e ieri l’altro.
Vuole baciarmi anche domani.
Vuole frullare le nostre carni,
accendere rosse lampade di cui vestirsi dalla strada.
Vuole che urli il suo nome
quando non sono più niente,
quando io e lei siamo uno.
Con lei le porte sono porte,
non conosce.
Passa attraverso.
Si riveste da sola.
Ho paura di questa parola.
17.
semino radici in cielo per te
che non sai stagioni
47.
lo stupore di averti negli occhi
altro per me tra tutti
unici abitanti di lunghe terre
assolate
la lingua una in cui sapevamo ridere
soli
accesi immobili tra la gente liquida
le tue dita nodose grammatica
che parlavo così lieve
mi hai rubato
il miracolo dell’incontro
57.
perché allora non morire
perché non amare una terra
perché non accoccolarsi nel tuo ventre
ed essere a casa
perché non lasciarsi sviare
perché non sbagliare
perché sprecare le tue mani
affogarle in sangue che non sappia il mio nome
perché non partorirsi ancora ed ancora
stupefatti
perché allora non morire
L’AUTRICE
Margherita Fabbri (Genova, 2001) studia Lettere all’Università. Anime fradice è la sua prima silloge.