Recensione: “Il passato è una notte dickensiana” di Alice Briscese Coletti | L’Altrove
Il passato è una notte dickensiana di Alice Briscese Coletti (Eretica Edizioni, 2020) è un’opera poetica incentrata nell’elogio dei sentimenti e dell’indefinibile inafferrabilità degli stati d’animo attraverso l’avvicendamento fragile delle occasioni della vita interiore, la direzione reattiva dell’affettività contrastante con il discernimento della ragionevolezza.
L’opera introduce una poesia derisoria, irriverente nei confronti delle caratteristiche attuali di una cultura insignificante e inefficace, urta, con uno stile pungente, tagliente e disperato, l’irrefrenabile e impetuosa consapevolezza di una generazione, indignata e in attrito con una società inospitale, ostacolata nell’ideale della libertà individuale. I versi compiono la meraviglia delle trasformazioni esistenziali, rievocando le espressioni educative e i valori intellettuali, gli ideali delusi e le aspirazioni disincantate, l’intensità persistente della passione. La poetessa insegue il motivo ricorrente della condivisione, declina la sapienza lirica del linguaggio, colto e sensibile, intorno all’interpretazione suasoria della civiltà e dell’erudizione classica, riesce a combinare la successione dell’elemento elegiaco con il codice comune del carattere sociale, intuisce la necessità dei mutamenti, segue il giudizio della coscienza, possiede l’acuta spinta impulsiva, accoglie il pregio creativo della sostanza appassionata della poesia.
Alice Briscese Coletti avvia il suo percorso poetico attuando una opportuna contaminazione, dettata dalla modulazione spregiudicata delle suggestioni percettive e dalla sfumatura della traccia nostalgica delle immagini. La formazione sentimentale della poetessa permette d’individuare, dimostrare, presentire le vivide sensazioni, per identificare un insegnamento all’empatia, affermare e ispirare la condizione affettiva in un animato e luminoso viaggio dentro i ricordi, oltrepassare l’oscurità dell’anima. L’ispirazione romantica di Alice Briscese Coletti concentra l’intonazione lirica del passato, supera la natura effimera delle illusioni, la transitorietà delle parole offuscate nella voragine degli inganni, trasforma il trascorrere del tempo con una reinterpretazione dei riferimenti volutamente inseriti come citazioni nelle poesie, inoltrando nella complessità degli eventi la prospettiva del limpido frammento dell’ironia. “Il passato è una notte dickensiana” (il titolo del libro è un omaggio al verso di Marina Cvetaeva) rappresenta un’estensione emotiva indistinta e brumosa, diffonde nell’incerto cammino della caducità esistenziale il crepuscolo della memoria, il tremore dell’inverno nel cuore. Imprime nella mente la traccia essenziale del tangibile riscatto contro il decadimento reale e spirituale del tempo speso invano in lamentose e pigre negligenze, rafforza il perdono dischiuso delle ferite di ogni avido danno.
Alcune poesie tratte dalla raccolta:
IPOTESI DI COMPLOTTO
Impedisco, censurandomi,
di soffrire ancora
per le siderali
congetture dell’ignoto.
Nonostante sia un uomo
dall’anima soffocata e arida
io voglio dimenticare
il suo nome
le apologie del destino
spogliarmi di ogni identità
e tagliare le vene
con i sogni in mano.
LA SIRENA
Rimarrò ancorata a questo amore
come le onde salmastre
agli scogli irti della Cornovaglia
rosi da secoli di tempeste
e procelle schiumose,
ove la spuma del mare
irretisce le sirene
tessendo la trama
della Strega e degli inganni.
L’ETÀ ACERBA
Sempre guardavo
il tuo viso
– strano fiore esotico –
acerbo e antico;
dannato mistero,
così lucente
ai miei occhi,
sempre riempi
questi assurdi pensieri.
PHILOSOPHIA
Notte Patrona.
Notte d’ingegno padrona dell’ego.
Culla di saggezza, tomba insonne di
sapidi cuori.
Abbracci d’illuminazione reciproca,
luna che dilaga sui lunghi pensieri.
Astri parlanti, remoti d’ansietà equivoca.
Cerchi ascritti al fondo di millenari sapéri,
docili nella caparbietà dei secoli,
abbienti di ricchezza.
La filosofia del calcolo, speculazione
orfica antro della mente.
L’ombra di Ipazia, che s’inchina al tramonto.
E(X)STASI
Il mattino in cui entrasti
nella mia stanza,
fervore di mani,
si decretò il destino del mondo,
la nascita e la morte,
il sacrificio e il delitto di cuori.
Non pensavo osassi tanto,
ma del resto, pallido mattino
venato di stenti, nemmeno
il mio ego credeva sarebbe giunto
al sacro ridosso del tuo amore.
SINFONIA NOTTURNA
Le tristi note
del nostro eterno incontro
sono pagine bianche
di un idillio mai scritto.
Ho l’infinito negli occhi
e il cuore sàpido e denso,
che emette
un ticchettìo di stelle
e nulla svela,
nulla nasconde,
ma risponde ai silenzi
con le attese
e si nutre della nostra
memoria condivisa,
ricca e astrale,
elegiaca di fervore.
A cura di Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti” https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti/
L’AUTRICE
Alice Briscese Coletti è nata a Treviso nel 1980 e vive a Milano, dove lavora come editor. Ha pubblicato saggi di critica letteraria ed è autrice di poesie e racconti. Esordisce con Il passato è una notte dickensiana, a cui seguirà la silloge La più felice – La Plus Heureuse (Ed. Ensemble). Ama il cinema, la bicicletta, il vintage, gli oggetti desueti e la musica alternativa.