Recensione: “Affinità-divergenze tra me stesso e il resto del conseguimento della maggiore età” di Marco Bagnerini | L’Altrove
Giovani 2.0: Terreno Inferno Precario.
Terra ‘e nisciuno, ovvero lacrimante Terra di Nessuno socialmente e psicologicamente abbandonata in sorde lacrime sociali, omertosi sguardi etici e come universo dove tenaci ansimi sociali, vigorose carnalità costituzionali e ardenti emozioni psichiche combattono contro stuprate giovinezze, ovvero in difesa di ardenti, pure, balsamiche, oneste e palpitanti puerilità libere di amare, soffrire, vivere e combattere socialmente nei riguardi dei terreni fratelli, come mostratoci in Terra ‘e nisciuno della cantautrice e scrittrice napoletana Teresa De Sio. Terra lacrimante e oscura, questa, sostituita da una brumosa Società economicamente precaria, ovvero un Mondo animato da ragazzi/e come eterni Fantasmi dell’Opera, che, non riescono a crearsi una lunga, stabile e durata prospettiva economico-lavorativa, una giusta strada etica e una balsamica quiete sociale insieme ai terreni fratelli, come mostratoci dal poeta romano Marco Bagnerini, con la sua opera Affinità-divergenze tra me stesso e il resto del conseguimento della maggiore età. Poesie (2015-2019).
Società 2.0 come triste fola mutante tanti ragazzi in inutili lacrime, estreme rabbie e vacui riscatti da esiliare, ma in particolar modo come lacrimante Madre partoriente brumose acquaragia dalle oscure lacrime cosmico-lunari arenate in slabbrati tramonti nettuniani, come mostratoci da Acquaragia, Echi e La cerimonia del tramonto della poetessa Elisa des Dorides. Opera socio-pedagogica quella del poeta romano, come denuncia della moderna Società, poiché precaria strada stuprante ferocemente il futuro sociale, economico, lavorativo ed etico di tanti ragazzi mutandoli in eterni spettri terreni, ovvero ragazzi intimoriti da insignificanti riminiscenze e blasfeme corporalità senili, che, li esiliano in mezzo ad affilate emozioni, pari, alle spettrali giovinezze consumanti vite animate da luminose indifferenze, mute sofferenze, raffreddate lacrime e ingialliti sogni fotografici odoranti d’urina cercanti un posto nel Mondo, come mostratoci da Vedi cara dello scrittore, poeta e cantautore Francesco Guccini. Futuro economico e lavorativo, come un claudicante cammino intrappolato, all’interno di una ideologica democrazia costituzionale dalle defecanti fragranze partorienti lacerate Croci popolate da abusate riminiscenze, avide attualità, traballanti speranze e salini cammini. Lacerate Croci mutanti l’attuale gioventù, in cinerei impiegati fantozziani dalle insensibili mascelle sputanti fraterne parole ferroviarie e infettate con sanguigne lacrime accecate, ovvero condannanti l’Io a errabondare per strazianti Vie Crucis, pari, all’inedita Via Crucis della poetessa Cristina Sparagana denudante fragili emozioni irreparabili e crocifiggente immorali dipartite etiche, per farle risorgere come inetti crucci sveviani dalle argillose labbra. Io giovanili, qui poetizzati, come errabondi spiriti alla ricerca del loro “posto” in un balsamico Mondo, ovvero una Terra Promessa popolata da crepate ombre interiori e soporifere memorie etiche, poiché illusi viaggiatori desiderosi di esiliare e oltrepassare il terreno Confine metafisico. Ricerca sociale, etica, metafisica e interiore quella poetizzata da Marco Bagnerini, come un limbo dantesco in cui convivono i pasoliniani fanciulli della raccolta in dialetto friulano La meglio gioventù e la ribelle gioventù cantata dal gruppo glamour-rock Måneskin in Zitti e buoni, ovvero paurosi fanciulli dalle rugiadose emozioni soffocanti oscure riminiscenze in vacue esistenze quotidiane e ribelli adolescenti, che, si scagliano contro drogate ideologie amministrative, oblianti lacrime etico-emotive e calunniose parole-melodie sociali. Mondi giovani, questi, a loro volta partorienti moderni adolescenti popolati da ventosi sguardi profumati di grano, urlanti melodie battezzate in corvine compassioni e ancestrali emozioni eterne, pari, agli adolescenti che consumano la loro Vita navigando su cosmici oceani utopicamente balsamici, come mostratoci dal cantautore Vasco Rossi in Sally e del poeta Lucio Dalla in Anna e Marco. Adolescenti infine, quelli del poeta romano, come onesti e puri fanciulli messianici fiduciosi degli Uomini, ovvero metafisici individui terreni in grado di modificare il caotico spazio sociale, come un luminoso giorno quotidiano accarezzato con venti emotivi, pari, allo spazio-tempo cantato dal cantautore Francesco Gabbani in Spazio tempo.
Alcune poesie da Affinità-divergenze tra me stesso e il resto del conseguimento della maggiore età. Poesie (2015-2019):
Madre-Padre
A dirle
le cose perdono di valore,
a bisbigliarle
sembrano cose di poca importanza,
mentre ad urlarle il contrario
ma darei l’idea di avere
solo rabbia dentro di me,
del rancore che vorrei sfogare,
allora è in queste parole
che riverso quello che provo.
Sono le cose non dette
quelle che fanno più rumore.
Errore
Non sono me stesso,
ma un cumulo di macerie
che porta il mio nome,
nascoste dall’integro se stesso
sotto una maschera
fatta di creta
all’ombra della luce solare.
Memoria
Nulla può morire
fin quando l’uno diverrà tanto,
finché scuoteremo
la cella della nostra prigione
per far rivivere
ricordi ormai sopiti.
Tutto ritornerà
come foglie in primavera.
L’AUTORE
Marco Bagnerini, poeta e studente, è nato a Roma nel 1997. Affinità-divergenze tra me stesso e il resto del conseguimento della maggiore età. Poesie (2015-2019),autoprodotto, 2020, è la sua opera poetica d’esordio.