Eighteen Days Without You

“December 2nd” – Anne Sexton | L’Altrove

December 2nd

I slept last night
under a bird’s shadow
dreaming of nuthatches at the feeder,
jailed to its spine, jailed right
down to the toes, waiting for slow
death in the hateful December snow.
Mother’s death came in the spotlight
and mother slamming the door when I need her
and you at the door yesterday,
you at a loss, grown white,
saying what lovers say.

But in my dream
you were a weird stone man
who sleepwalked in, whose features did not change,
your mouth sewn like a seam,
a dressmaker’s dummy who bean
without legs and a caved-in waist, my old puritan.
You were all muslin, a faded cream
and I put you in six rooms to rearrange
your doors and your thread popped and spoke,
ripping out an uncovered scream
from which I awoke.

Then I took a pill to sleep again
and I wa a criminal in solitary,
both cripple and crook
who had picked ruby eyes from men.
One-legged I became and then
you dragged me off by your Nazi hook.
I wa the piece of bad meat they made you carry.
I was bruised. You could not miss.
Dreaming gives one such bad luck
and I had ordered this.

2 dicembre

Stanotte ho dormito sotto lo spettro di un uccello.
Sognavo un picchio attaccato al panìco
rigida la spina, rattrappite le dita
aspettava una morte lenta
nell’odiosa neve di dicembre.
Mia madre morì sotto luci della ribalta,
mia madre che sbatte la porta quando la cerco
e tu ieri alla porta,
tu alla perdita, sbiancavi
dicendo le cose che dicono gli amanti.

Ma nel sogno tu venivi sonnambulo
uno strano uomo pietra dall’immoto piumaggio,
la bocca cucita come un orlo,
un manichino da sarto senza gambe
e cavo in punto vita, mio vecchio puritano.
Eri tutto mussola color crema sbiadita
ed io ti sistemavo in sei stanze per ripararti
le porte ma i fili son saltati e hai parlato,
rompendo nel grido lacero
che mi ha svegliato.

Allora ho preso una pasticca per riaddormentarmi
e fui un criminale in isolamento, zoppa e gobba
cavavo agli uomini occhi rubini.
Allora divento Una-gamba-sola e tu
mi trascinavi appesa al tuo nazigancio.
Ero il pezzo di carne marcia
che dovevi portare addosso.
Ero piena di piaghe. Non potevi evitare.
Sognare porta alla mala fortuna
e io ne avevo ordinata una.

Da Poesie d’amore, Le Lettere
Traduzione a cura di Rosaria Lo Russo.

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