Poesie scelte di Antonio Prete | L’Altrove
Disloca il punto d’osservazione,
porta il pensiero fino all’orlo di una nuvola,
e ancora più oltre, di là dal cerchio lunare:
vedrai allora, in quelle lontananze, che niente della terra è cancellato.
Il grido della ferita è disarmonia
delle ellissi. L’offesa all’animale
è imperfezione nel cielo.
Per ogni pena terrestre, lentamente,
si scompone la geometria delle costellazioni.
L’indifferenza degli astri è soltanto
l’apparente fulgore dell’eterno.
Da Se la pietra fiorisce, Donzelli
Mehir
Nel filo d’aria e di millenni
che lega il vertice alla stella
trascorrono fiumi di pensieri,
con occhi d’animali aperti
su deserte scogliere,
con gesti di creature dispersi
al vento delle sere supreme,
con grida di uragani e di ferite.
Il cielo ruota fino al sonno delle stelle,
fino al gelo dell’alba
che disanima la pietra.
Nel filo d’aria e di millenni
l’aspra malinconia del vivente.
Da Mehir, Donzelli
Sullo stato della lingua italiana
Negletta, priva d’odore, la lingua.
Scialba, gracile, sterpo di ramaglia,
incerto balbettio, accenno, faglia
che lacera del pensiero la tela.
Ignora i gradi del sentire, come
l’azzurro svari nel giorno, non svela
né declina il dominio ampio del nome.
Prigioniera della trionfante imago,
perde grazia, precisione, finezza,
si stempera nell’inerte, nel vago,
non dispiega del mondo la bellezza,
si versa in pioggia di tweet, d’esseemmesse,
In assenza del quia e del necesse.
I nomi delle stelle
C’è tra questa pianura
di moltitudini in affanno e quella
inesplorata volta di cammini
astrali un arco o patto?
C’è tra questa sperduta nostra aiuola
e quello sconfinato arabesco
di ellissi e di bagliori
un battito, un accordo
di abissale segreta comunanza?
O sono solo i nomi delle stelle
i segni di un legame,
i segni ardenti di un’appartenenza
al vortice dell’essere e apparire,
al fuoco di consunzione e rinascita?
Verso la parola
Un poema no existe si no se oye, antes que su palabra, su silencio.
José Ángel Valente
Quel punto dove il silenzio si sporge
oltre il tacere, forse è lí il nido
della parola, diceva.
Nella voce del vento, diceva ancora,
puoi sentire il rumore dell’origine.
Nello scroscio della pioggia
l’affanno delle nubi.
Ti può anche accadere, qualche volta,
di ascoltare nel respiro dell’albero
il soffio che governa le orbite
dei corpi celesti.
Come farsi prossimo
all’intimo delle cose, questo il suo assillo,
e vedere le lettere disanimate
muovere verso il nome.
Come scorgere l’alba del conoscere.
Amore, e ombra
Love is a growing, or full constant light;
And his first minute, after noone, is night.
John Donne
Amore, quando giunge a luce piena
ed è fuoco di puro incantamento,
letizia che trascorre in ogni vena,
il tempo già lo sferza col suo vento.
Il corpo è luce, il respiro del mondo
è nella pelle, senza nubi è il cielo,
stanno i viventi in un azzurro sfondo,
ma l’ombra già distende il primo velo.
Essenza dell’amore è luce offerta
al gioco d’ombre, grazia che disperde
il suo fulgore, quando da ogni lato
assale il desiderio insidia aperta
e si volge in autunno il campo verde.
Declina, ma non muore quel che è stato.
Da Tutto è sempre ora, Einaudi
L’AUTORE
Antonio Prete è nato nel 1939 a Copertino, nel Salento. Per molti anni ha insegnato Letteratura comparata all’Università di Siena. Studioso di Leopardi e Baudelaire, saggista molto noto, come poeta ha pubblicato Menhir (2007) e Se la pietra fiorisce (2012), entrambi presso Donzelli. Fra i suoi libri piú recenti: Trattato della lontananza (2008), All’ombra dell’altra lingua. Per una poetica della traduzione (2011), Compassione. Storia di un sentimento (2013), Il cielo nascosto. Grammatica dell’interiorità (2016), tutti da Bollati Boringhieri; Torre saracena. Viaggio sentimentale nel Salento (Manni, 2018).