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Recensione: “Nereidi” di Elisa des Dorides | L’Altrove

Mare = Fabbrica / Fabbrica = Solitudini / Solitudini = Uomini.

Nereidi, mitologiche ninfe marine greco-romane figlie di Nereo (figlio delle divinità Ponto e Gea) e dell’oceanina Daride che sono artisticamente rappresentate, come le guardiane del Regno di Poseidone a cavallo di tritoni e/o cavallucci marini. Mitologiche ninfe marine greco-romane, più in generale, simboleggianti il mare nelle sue varie facce letterarie, poetiche, sociali, etiche, artistiche ed economico-lavorative, come mostratoci dal legame Fabbrica-Uomini di Nereidi della copywriter, giornalista musicale e poetessa Elisa des Dorides (Macerata, 1985).

Mare, questo, che si alimenta con umane carni dalle palpitanti chimere lunari e dai raffreddati ansimi, con appiccicosi abbracci mortuari inabissati in irraggiungibili abissi oceanici coccolati elisiacamente da nenie curativo-medicamentose. Nenie, quelle di Elisa des Dorides, che nascondono primaverili esistenze in fuligginose albe, poiché sonnambuleschi cammini eticamente impauriti e mutatisi in anonimi grappoli inumiditi da riminiscenziali acquariccie, ma in particolar modo da aspri latifondi inemotivi e accecati da tremolanti alimentate, con sanguigne lacrime utopico-chimeriche. Lacrime, queste, simboleggianti la dipartita sociale come ignudo, ansioso, uggioso precipizio accarezzato da intirizzite ninnananne arrugginite e solitari echi ancestrali in acquosi riflessi lunari picchiati, sputati, derisi e stuprati da animaleschi, carnali e bestemmiatori venti sahariani inquinati a loro volta, con puerili riminiscenze chimico-industriali. Infezioni, queste, segreganti gerani economicamente strappati in inarrivabili orizzonti lacrimanti, ovvero dolori battezzati in immondizie e arcobaleniche brume mutanti innocenti carni, come tumorali strazi mortuari.

Mare in poche parole, quello della maceratese, simboleggiante il legame Fabbrica-Uomo, ovvero Fabbrica come un malefico e tirannico Demone mutante operai in robot senza anima, Io, emozioni, socialità e partoriente dannate creature infettate dall’eterna malattia psico-sociale detta Solitudine, pari, a quella del poeta fermano Luigi Di Ruscio (Le streghe s’arrotano le dentiere) e dello scrittore urbinate Paolo Volponi (Memoriale e Le mosche del capitale).Uomini, quelli di Nereidi, come solitari spiriti fragili da vacui risi etico-sociali e inemotivi pianti dediti a drogate socialità, pari, a quelli del cantautore zocchese Vasco Rossi (Anima fragile e Bollicine), ma in particolar modo dalle decadenti melodie scheggiate da avide socialità mutanti balsamiche lodi in solitarie emozioni, pari, a quelle della poetessa e scrittrice aquilana Selene Pascasi (Assolo). Solitudine, anzi solitudini quelle racchiuse in Nereidi, come elettriche meditazioni interiori che ci immergono in balsamici soli apollonici e ci fanno navigare per acidi mari inemotivi, poiché sottomessi da cineree riminiscenze colme di bugiarde risa, pari, alla solitudine del filosofo ioniese Franco Battiato (Amara solitudine) e al mare del cantautore milanese Enrico Ruggeri (Il mare d’inverno). Solitudini infine imprigionanti gli Uomini in moderne, psichedeliche, estreme, drogate e paludose Società, ovvero Mondi animati da estremi meretrici sessualmente divini e chimeriche illusioni utopiche partorienti paradisiache Vite, pari, a quelle del poeta e cantautore genovese Fabrizio De André in Via del Campo.

Alcune poesie da Nereidi

Polveri di Venerdì

Gli stomachi di mare annodati
sudano strade su pelli solitarie:
feticcio che racconta
un arabesco d’ansia.



Acquaragia

Le bave degli uragani leggere
in coda ai miraggi di Marzo
sopra nessuna barca all’orizzonte.


La cerimonia del tramonto

Brandelli estivi, petali
i gerani vengon giù dai balconi
sono corone di vittorie:
il tuo posto fisso
l’orlo scucito
e l’orizzonte più lontano della fine del mare.

A cura di Stefano Bardi.

L’AUTRICE

Elisa des Dorides

Elisa des Dorides, copywriter, giornalista musicale, poetessa, è nata a Macerata nel 1985. esordisce poeticamente, con la poesia Armigero legato ora raccolta nell’antologia a più voci Poesia di Strada 1998-2017 del 2018. Nereidi, Italic, è la sua opera poetica d’esordio.

La foto della poetessa è pubblicata con la sua autorizzazione.

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