Inediti di Marco Bagnerini | L’Altrove
Democrazia della festa
È bella la realtà vista da fuori,
da spettatore non pagante
stare in mezzo a persone
senza alcuna implicazione,
navigare come su una barca a remi in un fiume pieno di gente
ma rimanere inconsapevoli delle loro vite
e vivere l’illusione che quei sorrisi stampati in faccia e quelle risate
non siano altro che simbolo di una felicità apparente,
mentre si vive una notte ancora non pensando al resto
e si vive l’età che si porta addosso senza alcun rimorso,
persi come si è
in una vita che c’è stata concessa senza che la chiedessimo,
ho sognato notti fatte di questa semplicità,
prive di incubi ma piene d’amore insolito,
trasportato dalla musica,
dalle grida, dagli schiamazzi,
da discorsi che colgo appena,
dai rivoli di fumo delle sigarette
e le pinte di birra fredda,
così ho compreso
che è l’essere umano
la più grande scoperta quotidiana.
Altero con la postura,
seduto su di uno sgabello,
suonava note d’amore
incomprensibili ai più.
Febbrile la mano sinistra,
piena di speranza la destra,
generavano entrambe note
che uscivano dalla finestra aperta
e divenivano viandanti per una Roma deserta
e finivano ai limiti della strada
per essere raccolte solo da chi era come quei due.
Lei lo guardava suonare,
spalle al muro
e un sorriso in volto,
le bocche di entrambi serrate,
le orecchie ben tese
cercavano nella musica
un bisbiglio, un accenno
che fosse la verità dell’altro;
ma la verità era accessibile
solo a chi sapeva ben vedere tra le righe
ed era a loro
che risuonavano nelle orecchie
queste parole:
“Verranno a chiederti del nostro amore,
tu dì loro che non c’è mai stato,
che è stato solo un inganno per resistere”.
Madre-Padre
A dirle
le cose perdono di valore,
a spiegarle perdono di senso,
a bisbigliarle
sembrano cose di poca importanza,
mentre ad urlarle il contrario
ma darei l’idea di avere
solo rabbia dentro di me,
del rancore che vorrei sfogare,
allora è in queste parole
che riverso quello che provo.
Sono le cose non dette
quelle che fanno più rumore.
L’AUTORE
Marco Bagnerini (1997) nasce a Roma e studia Letteratura e Cinema presso la Sapienza. Inizia a scrivere a sedici anni, sviluppando nel tempo un interesse per le opere di Allen Ginsberg, Lawrence Ferlinghetti, Vladimir Majakovskij, Walt Whitman ed Emily Dickinson che lo avvicinano a trattare, oltre al resto, temi sociali e politici. “Affinità – divergenze tra me stesso e il resto” è il suo primo libro, in cui raggruppa le poesie scritte tra il 2015 e il 2019.