Estratto da “L’ottava nota” di Stefania Giammillaro | L’Altrove
Il “lavoro” del poeta, come quello del compositore, è essenzialmente contenuto in questa precisa affermazione del grande compositore boemo-austriaco Gustav Mahler. Da essa personalmente traggo un valore universale, secondo cui riconoscere la propria realtà equivale a Esistere nella propria certezza umana e per questo a compiere ciò che è nella natura stessa del proprio Essere. In altre parole riconoscere ciò che siamo diventa l’elemento di trasparenza e di verità con cui entriamo in una relazione inequivocabile, il tratto di autenticità della vita stessa.
[…] Una sinfonia dunque è ciò che siamo, ed è quello che di sé ci svela anche la poetessa Stefania Giammillaro con la sua seconda opera edita, L’ottava Nota, una molteplicità di sinfonie che tracciano la scansione intima e profonda del suo Io attraverso i Silenzi, le Trame, dentro lo smarrimento di un Confinamento, tra le Ombre, fino a giungere a quel Riscatto che, nella narrazione memoriale di ogni esistenza, è alla base del perenne processo di metamorfosi vitale.
Dalla prefazione di Vincenzo Mirra.
Manifesto inconscio
Vorrei, tu fossi
il lenzuolo che cerco nelle fresche mattine d’autunno
pronto a coprire ogni spazio rimasto aperto
in un sonno senza sogno…
Dal sapore freddo.
Vorrei tu fossi un labirinto esterno al mio cuore,
in cui “perdersi per poi ritrovarsi”
sia l’unica condizione
per raggiungere la via d’uscita,
in mancanza di un filo d’Arianna
che ci indichi la strada di casa.
Vorrei, tu fossi marmo, scolpito dal vento,
diamante scarlatto
di ogni tormento.
Vorrei fossi il mio tutto ed il mio niente
completamento del mio essere
affinché non mi aggrappi a te per evitare di cadere,
ma tu sia sempre, la ragione sufficiente
per rialzarmi da sola
con i gomiti sbucciati dalla gente,
precipitata nella voragine della mia mente,
appagata da quel riscatto che, ogni volta, mi consente
di vivere la luce del presente
con te
al mio fianco.
Vergine dal cuore grande
Occhio,
raccontami di un segreto nascosto,
opulenta ebbrezza
di tracotante astuzia.
Trascinami
verso la consapevolezza soave di manto celeste,
inerme.
Distoglimi dalle tenebre di un mondo
che pian piano scompare
Nascosto
Sotto la tua vigile presenza
Essenza
Assenza beffarda,
ingenua
di una Venere affranta.
Mi sorridi, complice.
Mi inebri, amante.
Lasciandomi scoprire la promessa
Da non mantenere,
Fedele.
Sparisci per tornare
– A breve,
solo nei miei sogni.
Inquieto vivere
Sei venere tormentata
da cenere appesantita,
sei ginestra intorpidita,
nessuna pace, tra le dita.
Sei silenzio dei superbi
e manovale ai suppellettili.
Sei cuoio di membra
fuoco di speranza
svanita dal tempo che scorre,
che inesorabile passa
con lo stesso silenzio che redarguisci
mentre torni al tuo inferno che non sopisci
e, invano,
sparisci.
Distanza
Diaframma.
Rarefatta dalla nebulosa incertezza
di esser tu la vetta,
a me promessa
oppure
ciò che ne resta…
Ulteriore prova
per raggiungerne un’altra,
ancora più alta,
che, àncora, mi aspetta.
Vendetta di un difetto
che pedissequo ritorna e bussa alla porta,
che chiudi, arreso,
l’imputazione di un addebito sospeso,
soppesato dalla colpa,
intriso nella certezza di un’amara consapevolezza.
Quel bagliore si spegne
e tu erigi barriera
che il tempo non spezza.
L’oblio, che annienta.
Impronta
C’è il verde nei miei occhi,
frescura tra le palpebre,
orizzonti… nel mio destino.
Lascio orme nitide, dietro i miei passi,
lungo il cammino.
E la strada si apre,
l’estate avanza, per come si ritira
di soppiatto, senza bugia.
Ed io che ti osservo, Mondo,
mi fermo a pensare che il tempo è lento,
e spero,
che la Terra mi sia lieve,
oltre queste barriere di cui lascio
eterna testimonianza ai posteri.
Così, ciclicamente rinasco.
L’AUTRICE
Stefania Giammillaro nasce nel 1987 a Messina, è avvocato e dottoranda in diritto processuale civile presso l’Università di Pisa. Il percorso nel mondo giuridico non le ha mai impedito di coltivare con profonda dedizione la sua passione per la poesia, che suole definire “Croce e Delizia”, e che l’accompagna sin dalla tenera età di otto anni.
L’autrice consegue negli anni diversi riconoscimenti poetici e letterari, anche a livello nazionale, e raccoglie i suoi componimenti in ben otto sillogi poetiche, delle quali finora sono edite sono le ultime due, rispettivamente: “Metamorfosi dei silenzi”, pubblicata dalla Casa editrice EDAS di Messina nel dicembre 2017 e “L’Ottava Nota – Sinfonie Poetiche” pubblicata dalla casa editrice Ensemble – Alter Poesia di Roma, nel luglio 2021.