Estratto da “L’attesa” di Yuri Ferrante | L’Altrove
21 giorni
Senza indietreggiare
nemmeno un solo passo,
ginocchia puntate nel fango
schivando, parando, restando
fermo, sorretto da mani che sanno.
Gettato dentro la lotta
in mezzo alla sabbia, di una clessidra
dove scorre il tempo e intanto l’uscita
è in risalita, ma qui si sprofonda
rimane l’attesa.
Importa poco chi sia ad attaccare,
la Persia o la Grecia, mi saprò adattare.
Che siano giorni o siano anni
non smetterò di affondare
radici nel terreno, albero spoglio
ma ancora intero.
E se la vita che resta davanti
fosse lo spazio di una notte sola
allora, la sognerò tutta.
Quello che dici
Per evitare d’essere ascoltato
ho urlato nel deserto.
Come urlare in mezzo a cento
che urlano come te.
Transfert
La carne non è reale.
Conduttrice di pensieri
a fuoco lento.
A mano aperta
il polso che spinge sul petto,
esaurisci ogni passato
dentro.
Carteggi la pelle
e tra vecchie vernici
spunta una macchia
la raschi
pareva un cuore.
Sapevi fin dal principio cosa avresti trovato
sotto la carta da parati.
Sembra tutto così distante di notte
Sembra tutto così distante di notte,
separati da sei metri di vasi e mattoni,
di finestre e balconi,
di automobili dal buio.
Nel mezzo della città
e del nulla,
sotto gli occhi di tutti,
senza essere visto da nessuno,
senza un faretto che illumini il mio posto.
Tutto il buono del giorno
e tutto il male, se c’è stato
è tutto dimenticato e passato
di notte.
Tutti uguali di fronte al desiderio e dovere
di fermarsi, e annullarsi.
Nel mezzo del sonno
nessuno è,
non si esiste.
Non c’è corpo
solo pensieri
immagini senza controllo
che si incrociano e scappano
e ritornano
con le prime luci.
Dormire, come un’esercitazione,
si è tutti in grado di morire.
La cosa più difficile
eppure la più semplice.
Freddo
Posa le tue mani ghiacciate sulla mia pancia
sotto il maglione, fammi sentire
la lama che tocca
i nervi, e la bocca si lascia scappare
un fiocco di voce, un lampo di neve
su cui scivolare a passi sottili.
Novembre è alle porte, non te ne sei accorta
rimani ancorata alle gemme del tiglio
testarda ti opponi ai tramonti dell’ora
sempre più corta, continui a gioire
del sole al mattino, che non ti riscalda.
Permetti alle labbra spaccate dal gelo
di farmi tentare un ruvido approdo
allunga le dita, ascolta le crepe
che si aprono calde, tra gocce di pioggia.
Abbassa il respiro
e placa la rabbia.
L’AUTORE
Yuri Ferrante (Modena, 1983), scrive poesie e racconti. Ha pubblicato “Volevo uscire ma il mondo è esploso” nel 2010 e “La scrittura sintetica”. Nel 2021 ha pubblicato la raccolta dal titolo “L’attesa” (edizioni Placebook). Gestisce la pagina Facebook Parole Sparse dove sono raccolti testi di vari autori e il blog yuriferrante.wordpress.com in cui raccoglie i suoi scritti.