Recensione: “La memoria gatta” di Igor Esposito | L’Altrove
La memoria gatta del drammaturgo Igor Esposito (Magmata edizioni, 2019) è l’interpretazione di una razionalità poetica, la visione oggettiva di ogni significato esistenziale, distillato nella percezione ideologica della consistenza.
I versi acquistano un’espressività autentica, intensa e diretta, e sostengono una vocazione introspettiva, un’intenzione viscerale a esplorare il precipizio errante dell’animo umano. Il poeta rincorre la dispersione dei sentimenti, tenta di disperdere l’impenetrabile e irrequieta tenebra dell’anima, alimentando, in difesa del principio essenziale dell’uomo, la solidarietà dei vincoli familiari, il legame con l’origine e la discendenza filiale nella consuetudine affettiva. La traccia autobiografica collega le sentenze all’ammissione della tangibilità del vissuto, delle esperienze malvagie, lo stile solido stabilisce un’indicativa decodificazione generazionale, nell’indagine filologica dei contrasti, nella riflessione fondamentale degli accadimenti. Il carattere imprevedibile e provocatorio della poesia di Igor Esposito mette in evidenza l’aspetto drammatico della vita, l’attenzione pasoliniana per il tratto distintivo, enigmatico dell’esistenza, comprende l’analisi spietata dei sogni dell’uomo e delle confessioni dei ricordi. Il disorientamento vorticoso e la sensazione dell’instabilità emotiva infliggono una distorsione ai richiami ancestrali della parola poetica, all’attesa pagana dell’amore, nel versamento irrequieto del tempo, nel deviamento della solitudine.
La memoria gatta attraversa l’oscurità dell’inquietudine e dilegua il residuo stilistico della meditazione intimista, testimonia la crudeltà del desiderio e il disperato fruscio della mente, rispecchia la voce umana nella voragine feroce del verbo rappreso nel grumo di dolore e di fatica. L’accusa letteraria e civile di Igor Esposito è una resistenza fiera e combattiva che non cede alla provocazione del tempo ma che dona risonanza all’inarrestabile coraggio ed esalta l’esasperato eccesso dell’urgenza esistenziale, commentando nel dettaglio espressivo della quotidiana lotta contro ogni inganno negli atteggiamenti morali e ogni ipocrisia nelle relazioni interpersonali. Lo sguardo profetico con cui Igor Esposito guarda al mondo è la spiegazione della sostanza vitale e luminosa della poesia, la sfida contro il nulla e la morte, la consistenza di un varco nella dimensione comunicativa della realtà, l’indagine smisurata della sapienza nell’equilibrio fiducioso dell’inchiesta ai confini del cuore. L’ispirazione concreta, sagace e intuitiva preannuncia con saggezza la trama di un disagio e la condizione istintiva dell’assenza, elabora il degrado della lontananza e l’isolamento dell’incomprensione, libera la desolata denuncia e l’infelice malinconia di una verità apprensiva che modifica incessantemente il corso della storia. Il poeta si spinge oltre l’abisso della commozione e manifesta la conferma motivata e lacerante a essere nel mondo, implorando il clamore della speranza e la supplica struggente della grazia.
Di seguito una selezione di poesie
Certezza
Sul suolo senza ombre
si posa una lingua di sole.
Certezza altrui: io mi dileguo
nelle vene del lichene solitario.
La memoria gatta
ad Angelo Trimarco
È smemorato il mondo
e la memoria è un nervo,
un rombo che tracanna
come al di là d’un lampo
ciò che ora è silenzio.
Come d’un vecchio vizio
annichilito la si ritrova a volte
per i vichi lurida e stracciata.
Lei sola sa che vale quanto
una gatta che piscia e salta
sull’immonda immondizia
del nuovo o balenante mondo.
L’incontro
è l’aurora negra
dei tuoi occhi.
Luce d’alba carnale,
brulla terra d’arare
era il tuo corpo.
Ora è cammino,
disvelato abisso
del giorno.
Dove ogni giorno
è origine e caos.
Forse tutta la luce
è nello sguardo
breve del tuo passo
fedele al canto antico
dell’incontro o forse
luce è solo di ferita:
ché solo nel dolore
è l’illuminazione
o nembo d’amore.
E tu ritorni
come muto chiarore
a ricomporre i giorni
e s’avvicina sfatto
il germe delle ore.
Noi non siamo che breve
terrore, rovine di membra
sepolte come acropoli
sul ciglio d’un lampo in divenire.
Post scriptum
Se ti sogno non chiedo nulla:
illumino la bolgia delle ciglia,
la bruma che ti avvolge in preda
alle tue voglie; e dormo senza
morte in corpo alla mia notte.
A cura di Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti” https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti/
L’AUTORE
Igor Esposito è nato a Napoli. Ha pubblicato versi su riviste e quotidiani e il testo teatrale Aida, Glifo Edizioni. Sue liriche sono state pubblicate nel catalogo dell’artista catalana Susana Solano edito dal Museo d’Arte Moderna di Sintra, Portogallo. I suoi testi teatrali sono stati portati in scena da alcuni dei più rappresentativi attori e registi del teatro e del cinema italiano. Con il testo Radio Argo interpretato e diretto da Peppino Mazzotta hanno ricevuto il premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro e il premio Annibale Ruccello. È stato finalista al Premio Calvino e al Premio Pergola Teatro della Toscana con menzione speciale del Presidente della giuria Franco Cordelli. La memoria gatta con prefazione di Elio Pecora edita da Magmata è il suo primo libro di versi.