Le più belle poesie di Maurizio Cucchi | L’Altrove
Forse ho imparato che nulla
può spingerti fuori da questi confini.
Occorre dunque aderire al disegno,
obbedire ma con fierezza,
essere eroicamente parte che non si afferma.
Come tutti questi volti goffi
che ti stanno attorno, dappertutto,
e che non hanno un destino diverso.
Nella necessità, anonimi,
un attimo di gioia li ravviva,
li fa brillare senza volto, senza distinzione
oltre l’angoscia di sé,
del proprio quotidiano sfarsi e perdersi.
A volte troviamo una salvezza
provvisoria, naturalmente, e breve,
nel quadro ricomposto a geometria,
che pure in sé comprende vaghe forme,
strappi sottili, allontanati,
nella quieta penombra negligente
che sfuma a ricrearci
nel mezzo sonno.
Ho dissipato arte, talento, fantasia,
indifferente all’azione, all’opera, al governo,
ho preferito la quiete orizzontale, l’attesa,
il dolce insorgere impagabile
dell’immagine nella rêverie
che va a spirale verso il fondo
o quel sopore galleggiante
su un mare increspato solo un soffio,
ondulando su ricci, stelle arancioni,
branchi lentissimi, rottami
di antiche guerre e bastimenti.
Ho dissipato, ma sono ancora qui,
innamorato e ignavo.
La poesia ha parole pesanti
che in queste strane pagine
sembrano mobili e leggere.
Viaggiano quasi imprendibili,
cangianti, e disorientano
la nostra vecchia mente di carta.
Chissà se in questa luccicante
casa in affitto
troveranno dimora stabile,
amica, e dunque vita
che si rinnova autentica.
Credo di sì, perché la poesia
chiede di spargersi e andare
lieve e piana nel mondo,
che forse non lo sa
però la sta aspettando.
Il mio risveglio è stato nel tuo nome
sussurrato e un saluto un bianco sogno
Agnese che ritorni ombra che passi figuretta
bianca sottile che non mi ami.
Io ti seguo con l’occhio e con la penna
mentre scivoli e c’è la guerra
in Santa Maria Fulcorina. Sono poco
un adolescente un angelo una fantasia
sono un signore che ti pensa e inventa
mite e vile affettuoso e coltivo
la mia mania.
Poesia non è che momento di suspense,
collegamento temerario
tra la vita e la morte.
E la vita – chi non lo sa? –
è congiunzione amorosa.
L’AUTORE
Maurizio Cucchi è natpa Milano, dove vive, il 20 settembre 1945. Si è laureato all’Università Cattolica con una tesi su Nelo Risi e Zanzotto. Per anni ha operato come consulente editoriale, critico letterario e traduttore (Flaubert, Lamartine, Mallarmé, Stendhal, Villiers de l’Isle-Adam, Prévert). Collabora con diverse testate giornalistiche.
Ha pubblicato Il disperso, Le meraviglie dell’acqua (1980); Glenn (1982); Donna del gioco (1987); Poesia della fonte (1993); Il disperso (1994); L’ultimo viaggio di Glenn (1999).Il viaggiatore di città (2002); Per un secondo o un secolo (2003); Il male è nelle cose (2005), prima opera narrativa, cui ha fatto seguito nel 2007 La traversata di Milano; Come una nave e Jeanne d’Arc e il suo doppio, entrambe del 2008,Vite pulviscolari (2009) e Malaspina (2013). Nel 2016 la raccolta integrale della sua produzione poetica è stata edita sotto il titolo Poesie 1963-2015, mentre è del 2017 l’antologia Paradossalmente e con affanno, del 2019 la raccolta di versi Sindrome del distacco e tregua e del 2020 il romanzo La vita docile.
Foto di Dino Ignani.