Le più belle poesie di Anna Achmatova | L’Altrove
Nella notte bianca
Non ho chiuso la porta,
non ho acceso le candele,
non lo sai ma, per quanto fossi stanca,
non riuscivo ad andarmene più a letto.
Guardare, come si smarriscono i sentieri
dentro al bosco, all’imbrunire ormai del giorno,
ebbra del suono di una voce
che è simile alla tua.
E sapere che tutto è già perduto,
che la vita è un tremendo inferno.
Ero certa
che saresti ritornato.
Ultimo brindisi
Bevo a una casa distrutta,
alla mia vita sciagurata,
a solitudini vissute in due
e bevo anche a te:
all’inganno di labbra che tradirono,
al morto gelo dei tuoi occhi,
ad un mondo crudele e rozzo,
ad un Dio che non ci ha salvato.
Strinsi le mani sotto la scura veletta
Strinsi le mani sotto la scura veletta…
“perché sei pallida quest’oggi?”
– Perché di acerba tristezza
L’ho ubriacato sino a stordirlo.
Come dimenticare? Egli uscì barcollando,
con le labbra contratte dalla pena
Io corsi giù senza sfiorare la ringhiera,
corsi dietro a lui sino al portone.
Ansimando gridai: “Tutto è stato
uno scherzo. Se te ne andrai morirò.”
Sorrise con aria tranquilla e sinistra
e mi disse: “non stare nel vento”.
Non ho chiuso le tendine
Non ho chiuso le tendine,
guarda dritto nella stanza.
Perché non puoi fuggire
oggi sono così allegra.
Dimmi pure svergognata,
scagliami i tuoi sarcasmi:
sono stata la tua insonnia,
la tua angoscia sono stata.
La sentenza
Ed è caduta la parola di pietra
Sul mio petto ancor vivo.
Non è nulla, vi ero preparata,
Ne verrò a capo in qualche modo.
Ho molto da fare, oggi:
Bisogna uccidere fino in fondo la memoria,
Bisogna che l’anima si pietrifichi,
Bisogna di nuovo imparare a vivere,
Se no… L’ardente stormire dell’estate,
Come una festa oltre la finestra.
Da tempo avevo presentito questo
Giorno radioso e la casa vuota.