Estratti ed Inediti

Inediti di Alessandro Monticelli | L’Altrove

Sapersi fermare
osare la tenerezza
lasciarla entrare
inondare e assorbire un frammento di pensiero
penetrato nella vita reale
nella carne, come seme.
Un’intima rivoluzione non più lacerata, macchiata, sporcata
infranta da angeli severi.
E tentati dal nulla
aspettare un desiderio balbettante
come un raggio di sole improvviso dietro la schiena
come l’ultimo treno per casa.


Le risa spensierate degli incolti
la bellezza delle cose incompiute
un libro aperto abbandonato a faccia in giù
Al limitare del genere umano si naviga a vista
fino alla prossima tempesta
e si vive nei ritagli di tempo
spesso in corpi inospitali
colpiti solo da una linea di luce in una stanza scura.
Fuori di essa basse passioni, miserabili appetiti
per tutti quegli schiavi che si credono liberi
e non sanno che più che condividere
sarebbe meglio moltiplicare
per chi ai muri preferisce le strade.
Ma resta l’ansia di essere uomini.
Se vai via ti prego abbi cura di me.


La stanza di sopra è colma di secchi silenzi
E di sera
Voci diafane come veli di luna
Conversano di eleganze perdute.
Fuori la malinconia dei rivoluzionari
È nitida e feroce
Ma priva di espiazione.
Momenti che la giovinezza
Ha bruciato senza capire.
Principessa è ferma sull’entrata del bar
E guarda con trasporto un ragazzo
che potrebbe essere suo figlio.
Mentre poco lontano la stazione di rifornimento
Accende i suoi neon come discoteca anni ’80.
Ci si muove indolenti verso casa
Come le stelle per le loro rotte comandate.
E dallo specchietto retrovisore
L’immagine di un abbandono.


In questo luogo le nuvole si adagiano
sulle curve delle montagne
fragili come amori incustoditi
pianissimi leggeri
sospiri di persone timide.
Qui la storia diviene tale
solo se raccontata nuovamente
nell’ora dell’ indistinto
nell’impossibilità di colmare la distanza
tra il corpo e l’anima.
Qui dove certi uomini come stanze buie
vivono l’inquietudine della normalità.
Scalpitanti eredi
di addii imperfetti.


Oblivion

La storia passa su quelli che non calcola nessuno
quelli che vivono su di un francobollo di terra.
Stupendi perdenti
In bilico tra un presente opaco e un cupo passato.
Anche il futuro una volta era migliore
oggi solo due camere e cucina.
Ma nella strada di sotto
una étoile volteggia sul ciglio del marciapiede
per lenire con la sua danza
la luce tremenda e aguzza
che riverbera negli occhi e nella bocca
di chi vive la speranza di amarsi
ancora una volta.
Anche oggi come allora abbiamo perso per un pelo.

L’AUTORE

Alessandro Monticelli (1972) nato a Sulmona (AQ) ha pubblicato le raccolte poetiche: “Medicine Scadute” – Mauro Baroni Editore, “Made in Italy” – Edizioni Progetto Cultura, “Favole da un Manicomio” Il Foglio Editore, “Concerto di un re minore” – La scuola di Pitagora editrice, “La pelle fragile” – Fontana editore, “Radici in aria”- Lupi editore. Suoi testi sono pubblicati su diverse antologie e riviste letterarie nazionali e internazionali.

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