Nasceva oggi Valentino Zeichen | L’Altrove
Nasceva il 24 marzo 1938 il poeta e scrittore italiano Valentino Zeichen.
Zeichen nacque nella città istriana di Fiume, ben presto con la sua famiglia si trasferì a Parma e poi a Roma. Si avvicinò alla poesia in giovane età e nel 1969 una sua composizione fu nella rivista letteraria Nuova Corrente.
La sua prima antologia poetica Area di rigore fu pubblicata nel 1974 dalla Cooperativa Scrittori. Seguirono altre raccolte e opere in prosa pubblicate da Guanda (Ricreazione, Pagine di gloria, Museo interiore) da Mondadori (Gibilterra, Metafisica tascabile, Poesie. 1963-2003, Neomarziale, Casa di rieducazione, Poesie 1963-2014) e da Fazi (Ogni cosa a ogni cosa ha detto addio, Passeggiate romane, Aforismi d’autunno).
Scrittore anche di aforismi, la poesia di Valentino Zeichen non ha fronzoli estetici, sentimentalismi ma che porta il lettore davanti alla realtà, cruda o meno che sia. Ci troviamo davanti ad una poesia sincera, fatta di sostanza, ma non priva di carattere. Una poesia emblematica degli anni di cui il poeta scrisse, dai tratti ironici e istrionici.
Poesie di Valentino Zeichen
Il poeta
Presumibilmente,
sembro un poeta di elevata rappresentanza
sebbene la mia insufficienza cardiaca
ha per virtù medica il libro del “cuore”.
Abito appena sopra il livello del mare
mentre la salute, la purezza, la ricchezza
e gli sport invernali
stazionano oltre i mille metri.
Perciò mi ossigeno respirando l’aria
dei paradisi alpini
così arditamente fotografati
dagli scalatori sociali
nonostante la pericolosità dei dislivelli.
La poesia
Come un ricorrente duplicato del Big Bang
simula la nascita dell’universo
a sua differenza possibile figlia d’ignoti.
Ella ha madre sebbene svagata,
espulsa in un baleno dall’ispirata origine e
subito estranea all’istantanea matrice creativa.
La poesia: annodate interiora.
Si dipana nella prosaicità della lingua
e lascia scorrere allettanti Aleph
dall’ineffabile momentaneità:
gli accostamenti accidentali
fra le lingue ancora brulicanti
l’apparentano agli invertebrati,
i nodi vengono al pettine dello stile e
il poeta deve alla sua perizia di fisiologo
il taglio dei versi.
Senza offendere le sinapsi semantiche
riconduce a capo i misurati segmenti
comparabili agli esagrammi
delle divinazioni Ching.
Ogni volta che la mimesi creativa ricomincia
si ripropone il dilemma: il mondo
deve supporsi creato in versi
come ventilano le scritture oppure
si tratta di opere in prosa evoluzionistica?
Nel dubbio aporistico
applichiamo alla creazione
l’analisi stilistica.
Come dirti ancora amore mio,
mia, mio, adesso
che gli aggettivi possessivi
sono istruiti di dubbi, svogliati
e disaffezionati alla proprietà
abbandonano la guardia e disertano
lasciando sguarniti i beni privati,
concedendosi solo al plurale.
Epidemia
Da oltre una settimana
sono in totale balia
d’una ignota epidemia
d’influenza culturale
ma per niente locale,
virus internazionale.
Appena svegli da insonnia
rincorro il mercurio che sale
dentro al micro ascensore
del termometro, trovo la febbre
ferma al trentanovesimo piano.
Risvolto del territorio
Per esempio
amiamo risiedere a Parigi, a Roma
ed in vari altrove
ma non del tutto, un dubbio ci pedina
così diffidiamo di ogni luogo di residenza
poiché in qualche stanza dei loro stabili
siamo attesi per morirvi
perciò vorremmo fuggirli
e non incontrare mai quel posto designato
che molte città
per acquisire benemerenze
sono disposte ad ospitare.
Foto del poeta di Dino Ignani.