Recensioni libri poesia

Recensione: “Abitare la traccia” di Fabio Prestifilippo | L’Altrove

Abitare la traccia di Fabio Prestifilippo (Collana Gialla Pordenonelegge – LietoColle Edizioni, 2019) è la curvatura poetica di un orizzonte metafisico, la linea visibile del pensiero umano, l’espressione meditativa dei sentimenti.

Il poeta esplora nel linguaggio istintivo le cause e le conseguenze della transitorietà umana, esamina il mistero del divenire, logorato nelle effimere realtà, insegue gli indizi della sostanza sensibile dell’esistenza, dando forma alla solitudine dell’uomo, al vuoto insistente delle voci assenti, alla trascendenza della dimensione temporale della poesia. I versi vincolati alla necessità concreta dei dubbi e delle incertezze, conquistano la fede della luce, si immedesimano nel bisogno spirituale di rispondere alla verità, di comprendere la condizione esistenziale e il fondamento della finitezza terrena, spiegano la consistenza della quotidianità nella profonda rivelazione dei valori umani.

La valenza ontologica delle poesie di Fabio Prestifilippo occupa stabilmente lo spazio dell’anima, risiede nella possibilità permanente di autenticità, identifica ogni riferimento alla felicità ricercata, mitiga le divisioni del timore, la relazione emotiva del conforto, coniugando la polvere dei ricordi nel tempo e nel movimento delle parole. La traccia indelebile del poeta è il segno lasciato e trafitto dal suo passaggio, ereditato dalla coscienza e dall’oscura e vibrata sfumatura del suo patrimonio spirituale e carnale, alimentato dall’intima fragilità. I segni obliqui del lirismo poetico trasmettono l’essenzialità della confessione autobiografica, descrivono le delusioni, i sogni svaniti, gli abbandoni e la resistenza alle attese. La riflessione crudele, diretta, feroce, denuda gli inganni e la disgregazione dell’inconsistenza. “Abitare la traccia” consegna lo spostamento dell’ispirazione indicato dai fatti accaduti alle evoluzioni del pensiero, attraverso il processo di redenzione dalla disperazione. Il luogo aperto della poesia è una dimora dell’attualità insistente, incalzante, il territorio dei vivi e dei morti, deteriorato dalle voragini intimiste e dagli squarci nella sospensione degli affetti. Il poeta sorveglia la residenza della poesia attraverso le pagine migranti dell’emozione, abitate dal naturale desiderio di nutrire l’incisiva ricerca del sollievo.

Le poesie di Fabio Prestifilippo sono la distensione vera e appassionata del vivere, posano lo sguardo sul domani, non escludendo l’imminenza del tema della morte. L’osservazione ponderata della vita diventa occasione per maturare ogni possibilità di felicità e di scoprire dentro se stessi ogni capacità di riemergere dalla sofferenza e di sostenere la considerazione degli eventi nella consuetudine della corsa contro il tempo, riemersa dai silenzi imposti. Sulla soglia solitaria della memoria il poeta rincorre il vento e agita il vuoto del cuore subissando la consapevolezza dell’oblio, nel tragitto che spinge ogni destinazione all’essenza delle commozioni infrante dalla spietatezza della nostalgia.

Di seguito alcune poesie tratte da Abitare la traccia.

essere la lingua madre
nel luogo dove attendo
la misura della mia felicità:
fragile fede che cerca
nella rovina il suo senso


Il corpo lo sentivi
come il ricordo di un stanza vuota,
fresca di gesso, bianca

quella cosa silenziosa
che non riguarda nessuno
come si dona al terrore
un nome di luce


Sei quieto come un uomo
alla prima ora del suo sonno

potessi darti i miei occhi
per guardarti come si scompare


ti cerco nell’istante prima di me
per dire che questa
ronda di generazioni
tra poco sarà finita
e stringo una alla volta
le vene grosse della nostra storia:
una stirpe di uomini vissuti
contro la propria fortuna


abiterò per te la traccia
ma sarà nel luogo dei vivi
e dei morti
che dovrò cercarti
se tua è la parola
che scrive nel vuoto
la fine del lutto


insieme abitavamo un luogo
sul calendario era disegnato
un porto sereno
un vuoto che pulsa
l’argine che teneva i pezzi
e come in un grembo
custodiva la tua voce
e la mia vita

nel buio delle vene
resiste la strada
e il tuo sangue è una luce


anche una brace di sigaretta
era un luogo
e bastava un chiarore
sussurrato
per dire che c’eri

la voce,
il corpo lento,
il buio solcato
dalla promessa
del riposo
la luce cara
che precedeva di un passo
il culmine dell’orizzonte

A cura di Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti” https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti/

L’AUTORE

Fabio Prestifilippo è nato a Casalpusterlengo (LO) nel 1975. Ha pubblicato per Lietocolle nel 2012 la silloge Movimenti. Sempre per LietoColle e per la Collana Gialla di Pordenonelegge ha pubblicato la sua seconda raccolta dal titolo Abitare la traccia.

Visualizzazioni: 9

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *