Estratto da “Amori & Disincanti” di Valerio Vigliaturo | L’Altrove
La notte sono ansioso
e ricopro di sguardi
tutto ciò che mi sta attorno
vorrei esplodere ed evadere
congedandomi da questa detenzione
Mi sento vecchio
e impreparato per il tagliando
il fisico più non mi sorregge
e la mente è annebbiata
con la schiena a pezzi
e il colon arroventato
senza più determinazione
Mi manca l’entusiasmo
te lo sei portata via
come un vento siberiano
spazza via ogni cosa
gelida, spietata per il tuo scopo
Non ho più voce
e le parole muoiono
soffocate e attonite
come ne La migliore offerta
mi hai lasciato esterrefatto
con la gola secca e arsa
consumato fino all’ultima
goccia di vodka
Ci sono cose che scompaiono
altre ricompaiono
mentre noi assistiamo
immobili e increduli
ognuno dandosi una spiegazione
Sono come delle stagioni falsate
piove e appare il sole
quando vuole quando gli pare
scie chimiche invadono i cieli
onde manipolano la nostra mente
e ingeriamo sostanze cancerogene
iniettate nell’aria, in ogni dove
Tant’è che presto scompariremo
e solo in pochi sopravvivranno
secondo quanto dicono
profezie e scritture
quando la Madre Terra
ci risputerà fuori tutti i veleni
e saremo solo un vago ricordo
di questa tragicomica creazione
il giorno che arriverà per tutti
l’ora dell’abnegazione
La parabola dell’esistenza
è imprevedibile
corsi e ricorsi
destini si incrociano
alcuni rimangono
altri spariscono
incontri e collusioni
allontanamenti
dal nulla al nulla
nel vortice impetuoso
così vicini
così lontani
per sempre
domani
oggi
Tieniti al mio fianco
abbandoniamo questo presagio
che ci rende languidi
al cospetto degli altri
Noi siamo fatti d’aria
di cielo, nuvole
e oltre tutto
fino laddove
non hai idea
Siamo fatti
per arrivare altrove
qui si soffoca
non c’è più mistero
e allora voliamo
lasciamoci alle spalle
le fila indiane
come nelle riserve
fino a darsi fuoco
Noi non possiamo
fare questa fine
perché non ne facciamo parte
perché siamo di un’altra parte
Cos’è l’infinito
questo desiderio
che ci assale improvviso
mentre ce ne stiamo seduti
nella rocca aldobrandesca
il bisogno di mirare altrove
alzare lo sguardo in alto
verso interminati spazi
attratti dalle luci
perché il finito non ci basta
per essere sovraumani
e aspirare all’immensità
che il mondo ci esclude
L’AUTORE
Valerio Vigliaturo ha pubblicato in precedenza il romanzo Dalla parte opposta (Augh! Edizioni) con cui si è aggiudicato il Premio Carver 2018, il Premio Nazionale di Poesia e Narrativa “Alda Merini” e il premio della critica al “Milano International” nel 2019. È cantante jazz e direttore del Premio InediTO – Colline di Torino. Questa è la sua prima silloge.