“Cuore allegro”. Intervista a Viola Lo Moro | L’Altrove
È necessario, a volte, che la parola poetica si faccia tagliente, lama di bisturi. Non solo è necessario, ma anche inevitabile.
Questo lo sanno bene i poeti, lo sa bene Viola Lo Moro, femminista, fra le ideatrici di InQuiete, che ha dato alle stampe la sua prima fatica letteraria Cuore allegro (Giulio Perrone Editore).
Un ossimoro con quanto detto.
Il titolo non è che un avvertimento, dai tratti famigliari, un richiamo al dovere. Lo è, un dovere, tenere il cuore allegro ed è una responsabilità grande affermare di tenerlo, di riuscire a starci con il cuore allegro, nonostante tutto.
La raccolta, una quarantina di poesie, mostra, fin dalle prime composizioni, il sentire nel muscolo cardiaco quanto accade. Affetti, relazioni, momenti delineati in maniera precisa, chirurgica. Il cuore ne soffre, anche l’io narrante che si trova davanti la fine di un amore, la malattia, la morte, il quotidiano, temi che portano il lettore a scrutarsi dentro, a chiedersi “è possibile tenere il cuore allegro”?
Abbiamo parlato con Viola Lo Moro. Le abbiamo posto alcune domande e lei ci ha gentilmente risposto.
Anzitutto ti ringraziamo. Ci racconteresti la genesi di “Cuore allegro”?
“Cuore allegro”, come credo tutti gli esordi letterari, ha un’origine antica. È una raccolta relativamente breve, in cui ho scelto, centellinando negli archivi del tempo, le poesie che mi sembravano essere ancora valide e vive, anche se scritte molti anni prima, unendole ad altre scritte nell’anno precedente o nell’anno stesso della pubblicazione. L’elemento fondante della struttura della raccolta, e la sua effettiva forma, è stata possibile però solo dopo due eventi precisi: la vicinanza con la morte di una persona cara – e le poesie che ne sono scaturite – e una parola di “autorizzazione” di due scrittrici e amiche molto importanti per me, che mi hanno detto: “vai, mandale a un editore!”. Quando poi l’editore (Giulio Perrone Editore) ha risposto che la raccolta era valida per la pubblicazione qualcosa di molto preciso è cambiato dentro di me, e sono passata dall’essere una aspirante poeta, a poeta.
Si tratta del tuo esordio letterario. Perché hai scelto proprio la poesia?
Per il mio impegno da attivista e per i miei studi ho scritto e pubblicato su riviste femministe (DWF, Letterate Magazine e Leggendaria) nella forma saggistica. In quella forma mi trovo a mio agio se ho voglia di portare avanti una opinione, una tesi, un pensiero politico sviluppato negli anni, una recensione di un libro, ma non è la forma con cui riesco (ancora) a raccontare delle emozioni profonde, delle immagini del mondo naturale, degli oggetti, delle paure, dell’amore. Solo con la poesia, con le sue regole formali e le sue leggi crudeli (la ricerca della parola esatta, per esempio) sento di poter provare a raggiungere un nucleo profondo, indicibile, in altro modo. Esordire con la poesia è una cosa buffa. C’è un condensato di me, ma è così lavorato che anche io guardo a quell’oggetto come si guarda una persona sconosciuta, a volte interessante, a volte terrificante. Credo che chi legge “cuore allegro” può provare delle sensazioni simili alle mie quando mi rileggo.
“Tieni il cuore allegro” è un incoraggiamento, quasi un monito. Ci pare chiaro che sia poesia da cui tutto il libro si dispiega.
A quest’ultimo insegnamento, rispondi “sarebbe semplice mentire”.
“Il poeta è un fingitore” alla Pessoa riesce a dire della propria sofferenza e a nasconderla quando è necessario?
“Tieni il cuore allegro” è una frase che mi è stata pronunciata da una persona che stava per morire. In un certo senso quel percorso lo stavamo facendo insieme, anche se io non l’avrei potuto seguire nell’ultimo passaggio. È un incoraggiamento vitale profondo, così come è un monito molto difficile da perseguire. Perché tenere il cuore allegro implica uno sforzo, una fatica, e a volte quella fatica sembra impossibile da perseguire. In questo senso credo sia un monito che non si esaurisce in un istante – la felicità esiste per un istante, l’allegria presuppone una condizione umana più dilatata – e proprio per questo non è stato per me possibile dire alla persona che avevo davanti un “sì” senza remore. Ma da poeta più che fingere ho potuto dire l’unica verità possibile: non lo so, ma ci provo. Provo a tenere in trazione quel filo, tento lo sforzo di mantenere quella condizione del cuore, ma so già che ci saranno e ci sono momenti in cui è lo stesso sforzo a spezzare il filo della vitalità, in cui tradirò quel monito.
Che rapporto hai con la poesia? Cosa rappresenta per te?
La poesia ha avuto funzioni diverse nella mia vita, cambia di importanza e di rilevanza a seconda di come sto. In questo senso la poesia è la forma letteraria più aderente a me, perché posso permettermi anche di non leggerne se in quel momento non corrisponde alla voce che cerco. È stato per me di fondamentale importanza lo studio della poesia al liceo e all’università. Lo studio formale, la parafrasi e il commento, l’acquisire degli strumenti di decodificazione mi ha consentito successivamente di poterla leggere in modo diverso, più intimo, se vogliamo. Credo che veramente sia fondamentale studiare la poesia, credo sia veramente fondamentale cantare ai bambini e alle bambine in versi, è una delle poche possibilità che abbiamo di vivere una vita che parallelamente cammina su un altro piano, un’altra lingua – una lingua impossibile e essenziale.
Il poeta o la poetessa irrinunciabile, qual è?
Molto difficile rispondere a questa domanda. Tutti i poeti e le poete sono irrinunciabili. Posso dire chi per più tempo fino a ora è stato con me: Amelia Rosselli e Giacomo Leopardi.
Ultima domanda, la più intima. Come sta il tuo cuore?
Il mio cuore batte sempre accelerato. Questa condizione mi rende a volte dissonante con altri cuori.
Alcune poesie da Cuore allegro
Caso cromosomico
Sentirò sempre
come te
lo spostamento della voce
nel principio di un malumore
incrinatura della bocca che racconta
il disappunto
il sorriso della resa
quando l’incedere di un’emozione
la capiamo solo io e te.
E saremo sempre grate
al caso cromosomico
che ci ha fatto incontrare
a tempo indeterminato
Nel luogo immobile
della parola che non ti ho detto
si è compiuta la strage delle altre.
Tipo
amore
mio
per te
con te
strariperei il mondo
di noi
“Tieni il cuore allegro”⠀
mi hai detto⠀
⠀
la voce seppur filo⠀
assertiva.⠀
⠀
Il cuore allegro non so⠀
come si irrora.⠀
⠀
Immagino un cervo ⠀
un fiume⠀
lo scomporsi del sole⠀
sull’acqua ⠀
il fuoco a sfida del buio:⠀
il cuore allegro.⠀
⠀
Immagino⠀
l’odore delle mattine d’inverno⠀
bruciato nell’alba.⠀
⠀
Penso: come lo tengo il cuore lì?⠀
⠀
Un filo da pesca in trazione⠀
stirato più di un capello bagnato ⠀
sarebbe più facile dirti di sì ⠀
che sì, lo tengo ⠀
⠀
sarebbe semplice mentire a un morente ⠀
ma non prima di udire il contraccolpo ⠀
del filo spezzato.⠀
Tengo il cuore allegro.⠀